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Notte profonda

Regia di Fabio Salerno vedi scheda film

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La recensione su Notte profonda

di undying
6 stelle

Unico lungometraggio di un promettente giovane regista, appassionato di horror. Girato senza budget, con un gruppo di amici, Notte profonda rimane a testimonianza di un talento precoce, che avrebbe certamente avuto le potenzialità per emergere. Se la morte non avesse avuto la meglio su di lui, portandoselo via prematuramente.

 

Paolo (Luigi Sgroi), disegnatore di fumetti in crisi economica, si rende disponibile per aiutare l'amico barista (Mario Monzoni) a sistemare una sala da biliardo appena acquistata. Il prezzo del locale, decisamente basso, è da attribuire alla sinistra nomea, dato che due persone sono state rivenute al suo interno, morte di paura. Durante i lavori di sistemazione Paolo trova un minuscolo artefatto, un rompicapo di forma piramidale che decide di tenere. Rientrato a casa passa una notte agitata, ossessionato da visionari incubi che sembrano però essere quasi reali. Sarà solo l'inizio, dal momento che con il passare del tempo, le notti si fanno sempre più terrificanti. Lo stato di salute di Paolo, in totale decadimento fisico e mentale, non sfugge alla fidanzata Cristina (Simona Brusoni) che, nel tentativo di aiutarlo, lo ospita a casa sua. Ma le ossessionanti presenze notturne sembrano seguirlo anche lì.

 

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Luigi Sgroi

 

Dopo il corto Arpie, il giovane Fabio Salerno tenta la regia nel lungometraggio, animato da una passione per il genere horror che gli permette, con la misera cifra di 11.000.000 di lire (meno di 6.000 euro), di realizzare un piccolo miracolo. Il film ha un ritmo scatenato e, nonostante le scenografie spartane, si fa notare per la bella fotografia e per alcuni trucchi (in stile Mario Bava) semplici ma ancor'oggi d'effetto. Salerno si occupa un pò di tutto: sceneggiatura, fotografia, effetti speciali, montaggio. Gli interpreti sono amici del regista che stanno al gioco e, nonostante l'evidente impreparazione, se la cavano dignitosamente. Notevoli poi le musiche (in stile Goblin) di Vanossi & Tatoni (noti come Limbo) che conferiscono al film un clima puramente argentiano (ma anche molto baviano, sulla falsariga di Shock, 1977). I riferimento del giovane regista sono infatti chiaramente esposti, a cominciare da Suspiria (il protagonista assiste persino al film in televisione) proseguendo con manifesti attaccati alla stanza: Manhattan baby (Lucio Fulci, 1982), Inferno (Dario Argento, 1980), Zombi (George Romero, 1978), Stridulum (Giulio Paradisi & Ovidio G. Assonitis, 1979) e Fantasmi (Don Coscarelli, 1978). Siamo nei primi anni '90 e Salerno gira in 16 mm evitando di riprendere su nastro magnetico (già erano accessibili, a costi popolari, le prime camcorder VHS compact). Notte profonda, date le buone premesse, viene proposto al "Fantafestival di Roma", dal quale Fabio Salerno porta a casa un riconoscimento. Non solo, in maniera pionieristica per l'epoca, un film amatoriale senza budget arriva ad essere distribuito sugli scaffali dei negozi e nei videonoleggi per l'etichetta Eagle Home Video.

 

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Locandina dell'edizione VHS Eagle

 

La storia malinconica e venata da un forte pessimismo - esplicitato soprattutto nel tragico finale - che scorre sui televisori di chi intraprende la visione di Notte profonda, a suo modo è nelle corde (e forse addirittura frutto di un intimo disagio esistenziale) del giovanissimo promettente autore. Con una produzione alle spalle, Salerno avrebbe - senza dubbio - fatto carriera come regista. Ma Fabio non gira per soldi, nè tanto meno per gloria. Fabio ha qualcosa dentro che lo tormenta: e il cinema è un mezzo con il quale spera di poter esorcizzare i suoi timori, le sue angosce e le sue paure. Purtroppo l'esorcismo "cinematografico" dei suoi personali e inalienabili fantasmi non funziona. La paura di vivere ha la meglio su di lui. Nel 1993 è all'opera su due progetti (L'altra dimensione e Cybergothic); sono le sue opere "testamento", dato che per lui il termine orrore è anche sinonimo di vita, e non soltanto un genere di film: lo dimostrano i fatti quando, a Milano, decide di morire suicida, in una maledetta giornata del 1993.

 

Playlist del nostro amico Davide (LibertàdiParola75), con l'interessante biografia di Fabio Salerno

 

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Il muro parlante ("Hai paura di noi? Abbi paura. Abbi molta paura...")

 

"Ma tu chi sei che, avanzando nel buio della notte, inciampi nei miei più segreti pensieri?" (William Shakespeare)

 

F.P. 13/12/2020 - Versione visionata in lingua italiana (durata: 66')

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