Trama
Ispirato al drammatico caso di Eluana Englaro, vittima di un incidente stradale che l'ha costretta a 17 anni di stato vegetativo e morta a Udine nel 2009 in seguito all'interruzione della nutrizione artificiale per volontà del padre. Marco Bellocchio ricostruisce gli ultimi sei giorni di una ragazza in coma attraverso tre episodi che mettono in risalto differenti punti di vista, appartenenti a una madre attrice (Isabelle Huppert) che rinuncia a tutto a causa della disperazione di vedere la figlia ridotta a un vegetale, a un medico (Pier Giorgio Bellocchio) che fa di tutto per salvare una ragazza (Maya Sansa) dal suicidio fisico e a Maria (Alba Rohrwacher), attivista ultracattolica e figlia di un deputato del Pdl (Toni Servillo) - in disaccordo con le linee del suo partito per il voto al provvedimento Sacconi - che protesta davanti alla clinica dov'è ospitata Eluana. Durante le manifestazioni di dissenso, Maria viene in contatto con Roberto (Michele Riondino), un contro manifestante laico di cui si innamora.
Approfondimento
BELLA ADDORMENTATA: IL FILM DI BELLOCCHIO, IL CASO ENGLARO
Il caso di Eluana Englaro è divenuto una tragedia nazionale in Italia quando il padre Beppino ha preso la decisione di porre fine alla vita della figlia dopo 17 anni di stato vegetativo, spaccando l'opinione pubblica a metà e scatenando un dibattito senza precedenti. Religiosi, politici, atei e l'intera opinione pubblica si sono ritrovati così a interrogarsi sul concetto di vita e di morte, mettendo in discussione credenze religiose da un lato e tesi scientifiche dall'altro. Bella addormentata di Marco Bellocchio condivide con il dramma della Englaro la cadenza temporale degli eventi narrati. Prendendo spunto dagli eventi pubblici succedutisi negli ultimi sei giorni di vita della ragazza nella clinica "La Quiete" di Udine, Marco Bellocchio racconta con tre differenti linee narrative come il dramma si riflette sulle vite di quattro diversi personaggi, ognuno con una propria prospettiva: un senatore, in procinto di votare una legge che non condivide e combattuto tra la sua coscienza e la sua lealtà nei confronti dei capi del suo parito; la figlia del senatore, Maria, attivista pro-vita di fronte alla clinica "La Quiete" che finisce con l'innamorarsi di Roberto, che con il fratello Pipino si ritrova invece sul fronte opposto a manifestare per la difesa dei valori laici; una famosa attrice, la Divina Madre, che si rifugia nella fede e nella speranza di un miracolo per risvegliare la figlia da un coma irreversibile e che trascura di conseguenza il marito e il figlio che brama l'amore di sua madre; la bellissima Rossa che, persa tra disperazione e dipendenza da metadone, ha deciso di morire ma viene salvata dal giovane medico Pallido, capace di risvegliarla dal sonno interiore. Queste differenti storie sono collegate da un unico filo conduttore: una riflessione profonda sul senso della vita. Ogni personaggio lotta con la propria coscienza, sfidando ogni credenza e ponendosi almeno due fondamentali interrogativi: qual è la decisione giusta da prendere? Quando si deve lasciare che qualcuno muoia?
NOTE DI REGIA
Dal pressbook internazionale divulgato in occasione del Festival di Venezia, riportiamo le note di regia di Bella addormentata che offrono alcuni spunti interessanti per collocare quest'opera e comprendere l'approccio che Bellocchio ha avuto nei confronti del film.
«La mia ispirazione per questo film è stata l'intensa emozione che ha circondato la lunga morte pubblica di Eluana Englaro. Sono rimasto scioccato, in particolare, dal grido di reazione del popolo italiano, dei media, della classe politica e della Chiesa, in netto contrasto con il mio senso di solidarietà e con la mia ammirazione per il padre della ragazza.
Ho capito, tuttavia, che non potevo tener conto del mio solo punto di vista e che avrei dovuto allargare i miei orizzonti e lasciare che il tempo espandesse la mia prospettiva. Avrei dovuto aspettare... E così ho aspettato due anni prima di rimettermi al lavoro sull'idea, approfondendone ogni aspetto e dando luogo a storie del tutto estranee a quella di Eluana. Gli episodi raccontati si reggono in maniera autonoma poggiando su elementi che vengono prima del caso Eluana e che appartengono a tutta la mia vita: la mia infanzia, la mia adolescenza, la mia famiglia, la mia educazione cattolica, i miei compromessi politici, i miei principi morali, l'importanza della coerenza intellettuale e, infine, il rifiuto di mollare di fronte a una situazione di pericolo per la vita ma al tempo stesso colma di possibilità di recupero, anche per una rinascita, come nel caso di Rossa e Pallido.
È stato questo il percorso che ha successivamente determinato stile, immagini e struttura drammatica - o che forse ha consentito a questi elementi di evolversi per conto proprio. Durante le riprese, il lavoro è stato in larga parte di improvvisazione, nonostante generalmente si seguissero le finestre di dialogo tagliate poi in fase di montaggio.
Senza la morte di Eluana Englaro non ci sarebbe stata nessuna "bella addormentata" a svegliarsi. Per quanto non si fondi su pregiudizi o conclusioni affrettate, non è di certo un film neutrale - non credo che esista la neutralità nell'arte. Il film è sincero e non ideologico, non è una sorta di manifesto e rimango aperto ad altri punti di vista.
Mi auguro che i temi trattati possano generare un'animata discussione e che il mio lavoro trovi risonanza».
NOTE DI PRODUZIONE
Durante un incontro con il produttore Riccardo Tozzi, Marco Bellocchio ha raccontato che l'idea del film Bella addormentata ha preso forma nel corso di una conversazione con sua figlia, sconvolta dal caso di Eluana Englaro. Per la ragazza ancora adolescente, così come per tutta l'Italia, la sofferenza di quella "bella addormentata" sollevava per la prima volta complesse questioni etiche, ponendo il dilemma della definizione del confine tra libero arbitrio e fine della vita. Conseguentemente, gli ultimi giorni di Eluana, nel febbraio 2009, sono stati oggetto di forte attenzione dei media, pronti a documentare ogni aspetto del dramma, tra cui gli inevitabili scontri tra le frange cattoliche e quelle laiche. Questa crisi pubblica è diventata la cornice del film: la copertura televisiva fornisce una sorta di cronometro per le vite dei protagonisti che all'improvviso si trovano ad affronatre le loro questioni irrisolte e sono costretti contro la loro volontà a vivere risvegli esistenziali.
Una volta completato, il film è andato al di là di ogni premessa iniziale. Non è tanto una storia sull'eutanasia ma piuttosto una dissertazione sulla chiarezza delle idee e dei pensieri che diventano azioni, sui rapporti umani, sull'incapacità di comunicare e sulla vera natura dell'amore.
Le emozioni che guidano Bella addormentata sono molteplici: la solitudine di fronte alle decisioni più importanti della vita, la necessità di condividere l'amore, il divario tra i bisogni individuali più profondi e le esigenze della sfera politica, tenuta sempre in secondo piano.
Due sono le questioni generali con cui Bella addormentata si confronta: il valore della vita e il momento in cui la vita cessa. Mentre il primo è un quesito eterno, il secondo è moderno.
La posizione sul valore della vita sembra essere assoluta: la vita è sempre da difendere, anche da coloro che vogliono morire. In questo senso, il "si" alla vita sembrerebbe andare contro l'eutanasia.
Il secondo problema, invece, è frutto dell'avanzare del progresso tecnologico moderno. "Tecnicamente" si è capaci di stabilire quando dalla vita si passa alla morte: quando un corpo non riesce più a sopravvivere in maniera autonoma, ha irreversibilmente perso la capacità di capire e di interrelazionarsi. Ciò però evoca e richiama temi morali e filosofici che Bellocchio tratta con la lucida ed appassionata esplorazione che lo contraddistingue dai tempi di I pugni in tasca.
Nel nutrito cast di attori, per il ruolo della Divina Madre è stata scelta l'attrice francese Isabelle Huppert, che ha recitato interamente in italiano. La fotografia del film è invece del regista palermitano Daniele Ciprì.
Note
Tra Il pianto della Madonna di Jacopone da Todi e una Isabelle Huppert nei panni quasi di se stessa (ovvero Divina Madre, una ex attrice ritiratasi dalle scene per accudire la figlia in stato vegetativo) il solenne spaccato contemporaneo del grande regista di Vincere disorienta e ingarbuglia le carte (l’attrice francese compare in Tv in La storia vera della signora dalle camelie di Bolognini), sgomenta e sbalordisce una volta di più, sconvolge e complica i pensieri e le riflessioni. D’altronde è questo il compito del cinema. Caratteristi non comparse. E molta Storia del Cinema da quelle parti: Tognazzi (Gian Marco), Placido (Brenno che eredita il testimone del padre Michele, protagonista di Marcia trionfale e Salto nel vuoto), Herlitzka (che era Aldo Moro in Buongiorno, notte e che qui è uno psichiatra sintesi di tutti gli psichiatri del cinema e delle esperienze di Bellocchio: «La vita è una condanna a morte e bisogna sbrigarsi»), L’ora (doppia) di religione, Amore e rabbia (che doveva intitolarsi Vangelo ‘70), Nel nome del padre. In una lucida ricerca di senso e di se stessi. E ciò che importa non è l’immagine («Una cosa completamente priva di significato!»), ma che la Rossa (Sansa), colta addormentata in una chiesa all’inizio del film, alla fine si “risvegli”.
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Commenti (4) vedi tutti
Un equivoco ha pesato sul successo del film forse perché la sua uscita nel 2012, quasi a ridosso del drammatico concludersi della vicenda di Eluana Englaro, aveva indotto molti spettatori a immaginare una riflessione sul fatto di cronaca, attraverso la sua ricostruzione per lo schermo.
leggi la recensione completa di laulillaCavalcando l'onda del caso Englaro, tragica storia privata divenuta preda di un fervore politico inqualificabile, il film proposto non emoziona e non rende giustizia ad un caso di coscienza che andava soltanto rispettato.
commento di UgoCatoneEccezionale.Un film in punta di piedi, delicato e appassionato, che squarcia il velo di ipocrisia che circonda l’eutanasia senza scadere in facili moralismi. Ottimo il cast diretto da un Bellocchio in piena forma.Sandro Calloni
commento di sandro calloniL' ARGOMENTO E' TOCCANTE IN MODO PROFONDO: COME E' PRESENTATO E' COMPRENSIBILE CHE ABBIA SCATENATO PARERI E POLEMICHE.CI VOLEVA!!
commento di fralle