Regia di Marco Vicario vedi scheda film
Tratto dal romanzo incompiuto e postumo di Vitaliano Brancati, il film di Marco Vicario è ben congegnato nella prima parta, nella quale - in controluce - è possibile leggere le tracce di un indomito machismo, capace di ammantare anche i rapporti tra maschi consanguinei, per poi perdersi - nella seconda - in un ammiccante racconto cochonne.
Tra gli anni Venti e i Trenta del Novecento, il rampollo di una ricca famiglia siciliana (Giannini), nella quale i maschi sono quasi tutti erotomani, dopo le precoci avventure con la servetta (Muti) si trasferisce a Roma. Qui, senza distinzioni di classe o di età, dà seguito alla sua vocazione da stallone, salvo poi rendersi conto di avere sprecato la sua vita.
Tratto dal romanzo incompiuto e postumo di Vitaliano Brancati, il film di Marco Vicario è ben congegnato nella prima parta, nella quale - in controluce - è possibile leggere le tracce di un indomito machismo, capace di ammantare anche i rapporti tra maschi consanguinei, per poi perdersi - nella seconda - in un ammiccante racconto cochonne.
Il film ebbe anche una parodia, Paolo il freddo, interpretata da Franchi e Ingrassia.
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