Degno rampollo di una nobile famiglia catanese, i cui rappresentanti maschili si sono sempre distinti per l'assiduità nelle conquiste femminili, anche Paolo Castorini resiste a stento al richiamo dei sensi e, dopo la morte per suicidio del padre (un'eccezione nel panorama familiare), ne diventa del tutto schiavo. Anche il matrimonio con una ragazza di onestissimi costumi non serve a cambiarlo. Tratto dal romanzo incompiuto di Vitaliano Brancati, il film concede poco spazio al dissidio esistenziale del protagonista, puntando tutto sul solo lato grottesco e voyeuristico. Di solito Vicario aveva la mano più leggera.
Tratto dal romanzo incompiuto e postumo di Vitaliano Brancati, il film di Marco Vicario è ben congegnato nella prima parta, nella quale - in controluce - è possibile leggere le tracce di un indomito machismo, capace di ammantare anche i rapporti tra maschi consanguinei, per poi perdersi - nella seconda - in un ammiccante racconto cochonne.
Un buon film,una buona commedia unita a uno sfondo sociale ben coreografato,e poi c'e' un Giannini in gran forma, contornato da svariate "forme" femminili,dove emerge una notevole Muti.Per me voto 7.
Tra gli anni Venti e i Trenta del Novecento, il rampollo di una ricca famiglia siciliana (Giannini), nella quale i maschi sono quasi tutti erotomani, dopo le precoci avventure con la servetta (Muti) si trasferisce a Roma. Qui, senza distinzioni di classe o di età, dà seguito alla sua vocazione da stallone, salvo poi rendersi conto di avere sprecato la sua vita. Tratto dal romanzo… leggi tutto
Bel film di Marco Vicario tratto dal romanzo omonimo ed incompiuto di Vitaliano Brancati.
Ambientato tra Catania e Roma vede accanto all'ottimo protagonista Giancarlo Giannini un buon cast: da Lionel Stander nella parte del nonno, a Riccardo Cucciolla nella parte del padre,Gastone Moschin in quella dello zio, Ugo Fangareggi in quello del fratello, Vittorio Caprioli in quello del… leggi tutto
Marco Vicario qui sbanda alla grande, legandosi ad un romanzo incompiuto di Brancati e scelgiendo una trasposizione godereccia della trama, mentre il la linea del romanzo era tutt'altra cosa, certo il problema, del gallismo, del sesso, dell'onore e così via, ma non messo in burletta servendosi di un Giannini caricaturale con il volto di Mimì, assolutamente fuori luogo.
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Tra gli anni Venti e i Trenta del Novecento, il rampollo di una ricca famiglia siciliana (Giannini), nella quale i maschi sono quasi tutti erotomani, dopo le precoci avventure con la servetta (Muti) si trasferisce a Roma. Qui, senza distinzioni di classe o di età, dà seguito alla sua vocazione da stallone, salvo poi rendersi conto di avere sprecato la sua vita. Tratto dal romanzo…
Bel film di Marco Vicario tratto dal romanzo omonimo ed incompiuto di Vitaliano Brancati.
Ambientato tra Catania e Roma vede accanto all'ottimo protagonista Giancarlo Giannini un buon cast: da Lionel Stander nella parte del nonno, a Riccardo Cucciolla nella parte del padre,Gastone Moschin in quella dello zio, Ugo Fangareggi in quello del fratello, Vittorio Caprioli in quello del…
Bella la parte iniziale di 'ricostruzione storica', delle vicende di Paolo bambino e ragazzo, della sua iniziazione al sesso già in famiglia, che prelude alla storia nella seconda parte del film, con un Giannini in ottima forma. Magari il finale è eccessivamente lacrimevole (non solo metaforicamente), forse c'è qualche particolare pruriginoso evitabile (le tette della Muti però sono qualcosa…
Marco Vicario qui sbanda alla grande, legandosi ad un romanzo incompiuto di Brancati e scelgiendo una trasposizione godereccia della trama, mentre il la linea del romanzo era tutt'altra cosa, certo il problema, del gallismo, del sesso, dell'onore e così via, ma non messo in burletta servendosi di un Giannini caricaturale con il volto di Mimì, assolutamente fuori luogo.
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Da chi ha apprezzato l'incompiuto romanzo di Vitaliano Brancati da cui è tratto,"Paolo il caldo",gran successo di cassetta della stagione 73/74,non è stato affatto amato:troppo superficiale e dedito a mostrare le parti pruriginose,snobbando le riflessioni esistenziali del protagonista,secondo il giudizio dei detrattori.E,effettivamente,questa chiave di lettura è presente,indubbiamente,perchè…
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Commenti (4) vedi tutti
Tratto dal romanzo incompiuto e postumo di Vitaliano Brancati, il film di Marco Vicario è ben congegnato nella prima parta, nella quale - in controluce - è possibile leggere le tracce di un indomito machismo, capace di ammantare anche i rapporti tra maschi consanguinei, per poi perdersi - nella seconda - in un ammiccante racconto cochonne.
leggi la recensione completa di barabbovichUn buon film,una buona commedia unita a uno sfondo sociale ben coreografato,e poi c'e' un Giannini in gran forma, contornato da svariate "forme" femminili,dove emerge una notevole Muti.Per me voto 7.
commento di eziopessimo, noioso, troppo lungo e la sceneggiatura varia dal volgare allo stupido.
commento di lonestarNon eccezionale.Bellissima la Muti.
commento di rosario