Regia di Marten Persiel vedi scheda film
proprio bel documentario sulla pratica dello skateboarding nella germania dittatoriale dell'est. la storia di "panico" e dei suoi amici fino alla caduta del muro e alla fine dei sogni. dennis chiamato in seguito panico dagli amici si ribellò al padre che lo voleva nuotatore professionista. a dennis piaceva lo skate e voleva praticarlo con gli amici quanto poteva. da ragazzino, alla fuga a berlino con il suo miglior amico e sua madre fino a quando questa non se ne andò in un'altra città. dalla convivenza squatter in un appartamento fino a quando le autorità non li assoldarono per "insegnare" agli insegnanti come fare skateboarding, per farla diventare una pratica olimpionica e addomesticarla, distruggendone la carica rivoluzionaria e pericolosa di oggetto provenuto dall'occidente e dagli stati uniti. sembra strano ma la parte più triste arriva con la caduta del muro e con la normalizzazione. tutti riescono a rifarsi una vita, tranne "panico" che uscito dal carcere cercò di indirizzarsi fino a quando non si arruolò e pose fine alla sua vita in iraq. il documentario grazie ad immagini di repertorio e a filmati in super8 restituisce la berlino di quegli anni e la voglia di vivere e divertirsi dei ragazzi costantamente messa a dura prova dalle autorità. lo stesso dennis aveva dentro di sè una malinconia che si manifestava solo quando era solo col suo miglior amico. resistere e combattere era per dennis uno stimolo, un motivo per andare avanti. contro un padre autoritario che lo voleva in un modo che lui non desiderava. e contro un sistema di governo che opprimeva ed uccideva. venendo a mancare il muro a dennis probabilmente si acuì quel panico che lo aveva caratterizzato agli amici e ai conoscenti. come se il contenitore sterile della dittatura lo alimentasse e lo stimolasse alla ricerca di qualcosa che non aveva trovato con la libertà.
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