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La Pantera Rosa

Regia di Blake Edwards vedi scheda film

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La recensione su La Pantera Rosa

di Antisistema
8 stelle

In una Top 100 dei migliori registi di sempre, un posto è riservato sicuramnte a Blake Edwards, grande innovatore della commedia (ma ha fatto molto bene in altri generi pure) ma poco riconosciuto dalla critica americana che lo ha sempre considerato poco più di un buffone, negandogli ogni onore rispetto ad altri cineasti più allineati e per questo celebrati; non a caso vergognosamente Edwards nella sua carriera non ebbe mai una nomination agli oscar come miglior regista (neanche con i film più vicini al consenso della critica dell'Academy come Colazione da Tiffany, I Giorni del Vino e delle Rose e Victor Victoria); finendo con il doversi accontentare di un'oscar alla carriera che Blake Edwards ritirò con una gag degna dell'ispettore Closeau prendendo per il sedere l'intera istituzione (oggi sarebbe etichettato come politicamente scorretto e duramente criticato). 

A proposito di ispettore, si può dire che La Pantera Rosa (1963) è un film miracolato proprio per tale personaggio, specie per l'attore che lo interpreta; un fenomenale quanto esilarante Peter Sellers che inizialmente non doveva neanche prendervi parte, ed invece per nostra fortuna, il caso ha voluto diversamente. 

 

David Niven, Claudia Cardinale

La Pantera Rosa (1963): David Niven, Claudia Cardinale

 

L'operazione che compie Blake Edwards più che al futuro, è rivolta al passato remoto del cinema, cioè le sue origini. Il regista insieme a Sellers, aveva un'amore sconfinato per le commedie ed il tipo di comicità propria del cinema muto e in questo film, egli compie un'opera di archeologia nel prendere quel modo di fare una gag e trasportarlo nell'epoca del cinema sonoro. 

Il film in sè, non ha grandi battute effettivamente, ma questo conta poco, perchè per il regista la comicità è interna ai personaggi (specie quello dell'ispettore Closeau) e non deriva da particolari doti dialettiche o umoristiche. Per Edwards sembra che sia l'essere umano in sè per sè ad essere comico per predisposizione e la sua abilità di regista, sta nel tirare fuori quest'attitudine nascota in ognuno di noi. 

Se nella prima parte di film per via della poca presenza dell'ispettore Closeau e per un'enfasi eccessiva data alla storia romantica tra la principessa (Claudia Cardinale) e il famoso ladro di gioielli (David Niven) conosciuto come la Primula (In inglese Phantom), che fà calare troppo il ritmo del film facendolo quasi arenare (in Colazione da Tiffany il regista non aveva mai dato problemi del genere con la gestione del romanticismo), fortunatamente quando entra in scena Sellers, si comincia a ridere, la trama s'impenna e Edwards crea una serie di gag una più geniale dell'altra. 

 

Peter Sellers, Capucine

La Pantera Rosa (1963): Peter Sellers, Capucine

 

E' ingiusto dare il merito solo a Sellers, poichè la Pantera Rosa è un film corale, dove tutti hanno eguale importanza (anche se è indubbio che Sellers si pigli la scena tutta per lui, nonostante non sia il protagonista) e questo lo si evince nella divertentissima scena della camera da letto, dove la povera moglie di Closeau (una splendida Capucine da slurp; si vede che faceva la modella per Givenchy), deve destreggiarsi con la gestione di ben tre 3 uomini (tra cui il suo amante, La Primula) senza far scoprire la presenza di uno all'altro. 

La scena è volutamente dilatata, surreale... quasi da cartone animato, ma indubbiamente riuscitissima. Nell'ultima mezz'ora il ritmo s'impenna di brutto e nella sequenza della festa (c'è sempre una festa nei film del regista), la follia anarchica del regista si scatena grazie a : Ladri vestiti da gorilla che non s'incrociano (devastante dal ridere), ispettori iper imbranati, moglie adultere che cercano di non farsi beccare dai mariti, sergenti vestiti da zebra che si calano a tal punto nel ruolo da sentirsi come animali (quella zebra me la porterò sempre nel cuore) ed il tutto trova l'apice nel folle inseguimento per le strade di Roma dove la razionalità viene meno e tutte le strade portano sempre nel medesimo punto (con l'attonita costatazione di un vecchio passante che assiste ad un evento degno di un Fellini sotto effetto di droghe in versione caciarona).

Molto bello anche il finale che risulta poco da commedia americana e leggermente cattivo. 

 

Capucine, Robert Wagner

La Pantera Rosa (1963): Capucine, Robert Wagner

 

Grandi lodi anche ad Henry Mancini che dopo appena 2 anni da Colazione da Tiffany, confeziona un'altra colonna sonora indimenticabile ed inserisce un'altra canzone diegetica (che il regista abilmente riprende con l'ausilio di 2 sole inquadrature prolungate). E' un Edwards poco interessato ai risvolti sociali o al fare il film d'autore nel senso europeo del termine (perchè si riconsoce benissimo che è un film di Blake Edwards sia per messa in scena che per temi come dicotomia tra verità e menzogna, essere e apparire etc...) , ma più concentrato sullo sviluppare i meccanismo comici del suo cinema che giungeranno all'apice in Hollywood Party (1967). 

Grandiosi i titoli di testa molto elaborati che sono un vero e proprio manifesto programmatico sul tono del film (la Pantera Rosa sembra apprezzare e gradire molto la presenza di due belle fighe come Capucine e Cardinale, anche se quest'ultima risulta una principessa molto di maniera). 

Il film ebbe grossi incassi all'epoca e a tutt'oggi lo si può considerare un cult, dalla visione obbligata poichè Peter Sellers con il suo Closeau, è la più grande invenzione comica del decennio anni 60'.

 

Peter Sellers

La Pantera Rosa (1963): Peter Sellers

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