Regia di Theo Anghelopoulos vedi scheda film
VOTO 8+ ATTUALE (Tv 13 Febbraio 2012)
In una Atene così che cambiava ogni mattina ho finito la scuola, i primi anni all'università, la noia delle lezioni di diritto penale, la poesia, la politica. Mio Dio la politica...
Theo Angelopoulos racconta la sua città, la sua nazione, raccontando se stesso in una ricostruzione emozionale magistrale. Il regista come sempre parte dalla poesia e dalla classicità insita del suo essere 'greco', per cercare di capire la realtà, la storia, tanto è vero che il suo linguaggio cinematografico così meditabondo e riflessivo si espande sulla linea temporale di una Atene tanto amata quanto generatrice di inquietudini. Non conosco gli altri titoli della serie sulle capitali europee, ma questo è una gemma rara, lontano anni luce dal genere turistico o dal semplice documentario, dove la narrazione procede su tre piani sovrapposti: immagini, voce fuori campo, sonoro. I tempi dilatati dei piani sequenza favoriscono la costruzione di scene madri notevoli, una su tutte quella magnifica di un pianoforte circondato da caseggiati desolati che 'suona' senza pianista. La voce narrante sempre di Angelopoulos (purtroppo doppiata in italiano) recita inesorabile e nel finale descrive la situazione del suo paese con una lucidità anticipatrice:
Bilanci, cambiali, debiti, bassi stipendi, tante parole, tanti gesti, tante persone, case nuove, ospedali impolverati. La città è sempre più nel caos. La gente sa dove sta andando? E perchè? La Grecia cammina e cammina, naviga e naviga, non sappiamo neppure noi se siamo già sbarcati...
Aggiungiamo dall'attualità termini come default, austerità, ECOFIN, rigore e il domani greco rimane tragicamente incerto come in quel lontano 83. Unica possibile fuga dal dramma della quotidianità rimane la contemplazione di una bellezza passata e in continuo pericolo di 'estinzione', apprezzabile prima di tutto attraverso il silenzio, il silenzio, il silenzio.
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