Regia di Theo Anghelopoulos vedi scheda film
E' una specie di documentario su Atene e la sua storia, assieme a riflessioni e ricordi personali del regista. Le immagini sono nello stesso stile che Angelopulos usa anche nei suoi film: piani sequenza, carrelli lenti, ritmo meditativo e introspettivo. La voce narrante è quella del regista (doppiata nella nostra versione) che racconta episodi della sua vita con partecipazione e sensibilità; spesso si tratta di nodi importanti della storia della Grecia, come la Seconda Guerra Mondiale, la dittatura dei Colonnelli, le proteste studentesche...
Il sonoro ridotto al minimo e il ritmo lento delle riprese danno l'immagine di un'Atene stranita e quasi distante, anche a significare che è solo un riflesso del suo glorioso passato.
Il problema del film sono secondo me gli intermezzi "recitati", che vengono intercalati alle immagini della città. Si tratta di scene in cui compaiono attori uomini quasi nudi, immobili come statue, magari in strane e innaturali posizioni. Non escludo che Ciprì e Maresco, che a me non piacciono, si siano ispirati per le loro opere a questo documentario. Comunque, anche sorvolando sul cattivo gusto di detti intermezzi, uno si può chiedere: che significato hanno?
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