Regia di Jhonny Hendrix Hinestroza vedi scheda film
Vita e ambiente sono dipendenti. Lo sa bene Chocó, la giovane donna, con due figli a carico, e il marito, Everlides, disoccupato e ludopatico, che vivono in una capanna fatiscente, al confine di un villaggio colombiano. Un lavoro sottopagato in una miniera d’oro, quelle inquinate dal mercurio, capace di farti nascere anche con sei dita ai piedi, e altre malformazioni. Nonostante ciò, Chocò crede veramente che le cose andranno meglio. Ma poi perde il suo lavoro, e sua figlia vuole la sua torta di compleanno.
Fra sfruttamento indiscriminato, la sopravvivenza, specie per chi è donna, e la mancanza di alcuna cura per i bambini, il bravo regista colombiano, Jhonny Hendrix Hinestroza, con un’economia di mezzi pazzesca, ma con un rigore registico, capace di documentare meglio di qualsiasi documentario il dramma, innanzitutto umano, del suo Paese, costruisce un bellissimo affresco cinematografico a cui siamo poco abituati, o addirittura diseducati. Fra religiosità popolare, vita, morte e alcuna forma di redenzione, Hinestroza è capace di far commuovere, inquietare e incutere il desiderio di ‘guerreggiare’, lo spettatore. Ma senza armi, come Chocò, che impedisce ai suoi figli di giocare con le armi, rifiutandosi di soccombere alla violenza maschile. Un film che, più di tante tavole rotonde, tanto cattivo cinema e tante ‘cose’ sul tema della condizione della donna, descrive al meglio la reale lotta, politica e culturale, che dall’altra parte del mondo, quella più povera, si combatte realmente.
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