Regia di Luigi Comencini vedi scheda film
Nulla a che vedere con la commedia all'italiana, cinica e spietata, questo romanzetto sentimentale dalla facile morale buonista contiene certi residui del neorealismo; passata la guerra e giunta la ventata di ottimismo della ricostruzione del Paese, il neorealismo si fece 'rosa': più spensierato che riflessivo, più di intrattenimento che documentaristico. E qui chiusa la parentesi introduttiva. E' un discreto racconto di ordinaria vita di paese, con tutta una serie di usi e costumi tipici di un'Italia ormai sepolta che possono intenerire o incuriosire, ma che effettivamente hanno fatto il loro tempo da un bel pezzo. De Sica, la Pica, Carotenuto (Memmo), tutti i comprimari sono al posto giusto, ma come è noto è la Lollobrigida a fare la differenza in questo film. Godibile, ma da qui a capolavoro ce ne passa.
In un bigotto paesino dell'Abruzzo arriva il nuovo maresciallo dei carabinieri. Cascamorto di mezza età, prima ci prova pesantemente con la bella ragazza del paese (che però ha in testa un appuntato della sua età), poi si vede costretto a ripiegare sulla matura levatrice del paese, con cui gli va meglio.
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