Regia di Luigi Comencini vedi scheda film
Ci sono alcune pellicole del nostro passato che hanno raggiunto uno status talmente iconico nella memoria collettiva, da rendere difficile lo scriverci una recensione a tanti anni di distanza dall'uscita nelle sale. La distribuzione estiva mi ha permesso di gustare al cinema questo mitico "Pane amore e fantasia", pellicola fondatrice del genere "commedia all'italiana", film tra i più famosi in assoluto di Comencini e del cinema italiano del dopoguerra.
È una commedia divertente, vivace e variopinta, uno studio di caratteri arguto dove conta molto anche la pittura d'ambiente, dovuta alla sceneggiatura dell'abruzzese Ettore Margadonna, che sceglie come luogo principale della vicenda un paesino immaginario dell'Abruzzo, Sagliena, che riproduce in maniera accurata la provincia meridionale di quegli anni, i pettegolezzi, le rivalità femminili per accalappiare un marito, l'importanza della religione e il ruolo centrale delle forze dell'ordine. Sarà anche Neorealismo rosa, come veniva etichettato in maniera sprezzante all'epoca, ma comunque una commedia che ha consegnato alla Storia del cinema alcune caratterizzazioni, soprattutto il maresciallo Carotenuto che vede un Vittorio De Sica al massimo della sua forma recitativa, sapientemente gigionesco eppure umanissimo, e una Bersagliera che resta forse il migliore ruolo in assoluto della compianta Gina Lollobrigida, attrice qui ancora schietta e vitale e perfettamente valorizzata nel suo sex appeal. E come non citare i caratteristi, in particolare una Marisa Merlini ugualmente affascinante fisicamente che fa da giusto contraltare alla Bersagliera, una Tina Pica che assicura il comic relief di battute colorite nel tipico ruolo della Perpetua, un Roberto Risso che caratterizza in maniera simpatica il carabiniere del Nord di buoni principi e un po' impacciato, e tanti altri.
Alcuni critici hanno rimarcato la vicinanza dei personaggi alle maschere della Commedia dell'arte, ma, al di là di possibili ispirazioni anche nobili, Comencini e Margadonna hanno avuto il merito di proporre una commedia rosa di stampo neorealista dove il pubblico di allora potesse rispecchiarsi senza difficoltà, senza eccessive deformazioni caricaturali, con un gusto della narrazione e del bozzetto nazionalpopolare che lo hanno reso un film in qualche modo immortale, il primo di una serie di quattro pellicole, ma sicuramente il migliore, il più divertente e quello meglio costruito.
Voto 8/10
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