Regia di Marcello Avallone vedi scheda film
Un boss senza scrupoli delle costruzioni ha messo le sue grinfie su un isolotto caraibico. Ma qui vive il temerario Panama Sugar, che farà di tutto per impedire al cattivone la realizzazione dei suoi loschi scopi.
Marcello Avallone ha girato pochi lavori, tutti 'di genere' e in un'epoca (quasi tutti dalla fine degli anni Settanta in avanti) nella quale tale tipologia di prodotto stava declinando fortemente. Ciononostante ha saputo salvare le apparenze più o meno sempre, con un pizzico di mestiere e produzioni modeste, ma non infime (già molto, date le circostanze). Questo Panama Sugar si rifà alle pellicole con Bud Spencer e/o Terence Hill esotiche, ridanciane e di dichiarato impegno ecologista, mettendo in scena la solita storia dell'imprenditore senza morale pronto a devastare un piccolo paradiso tropicale per trarre profitto economico. A scrivere una sceneggiatura così banale ci si sono messi in quattro, addirittura: il regista, Vincenzo Mannino, Andrea Purgatori e Roberto Parpaglioni; nel cast non manca qualche nome degno di nota, come quelli di Oliver Reed, Vittorio Amandola, Lucrezia Lante della Rovere, Tomas Arana, Duilio Del Prete e Scott Plank (il non impeccabile protagonista), con un ruolino anche per Franz Di Cioccio. Produce Italo Zingarelli, già regista de Io sto con gli ippopotami (1979), vedi discorso sopra. Avallone, dopo questo lavoro, lentamente scomparirà delle scene. 2,5/10.
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