Regia di Nanni Moretti vedi scheda film
Per colpa di un incidente in macchina, l'onorevole comunista romano Michele Apicella (Moretti) viene colpito da un'amnesia. Ha ricordi vaghi e confusi su ciò che è. Alla mente gli ritorna soltanto l'idea di essere un comunista. Durante una partita di pallanuoto che è anche la finale-scudetto e che copre l'intera durata del film, Michele problematizzerà l'unica, vaga certezza che gli è rimasta, facendo fronte agli attacchi che gli provengono da tutte le parti (giornalisti d'arrembaggio, mondo cattolico, corruttori, vecchi compagni di lotta ci sono tutti). Film difficile, complesso, contraddittorio, affascinante, passionale, qua e là non risolto, Palombella rossa è una sofferta riflessione sul gioco, sull'infanzia, sulla professionalità come mito contemporaneo, sul linguaggio e sul senso di appartenenza alla bandiera rossa alle soglie degli anni '90, ad un passo poi dalla svolta occhettiana che avrebbe cancellato il P.C.I. e dato vita al P.D.S. Ma il film è anche molto altro. Con Palombella rossa Moretti abbandona definitivamente il cliché che lo affiancava impropriamente alla schiera dei "nuovi comici italiani" puntando dritto sul cinema d'autore. E infatti d'autore sono alcune delle soluzioni fotografiche (la carrellata sulle mamme che asciugano la testa ai figli negli spogliatoi) e di sceneggiatura che abborda il regista romano, addirittura con accenni a Fellini (la danza in acqua con i cartelloni pubblicitari) e a De Sica (la scena del ludibrio ai danni dell'oppositore fascista all'università si era già vista ne Il giardino dei Finzi Contini). Mai come in questo film Moretti estremizza la narrazione rapsodica e anti-lineare che caratterizza il suo cinema coronando l'opera con elementi metaforici (la partita e la visione de Il dottor Zivago alludono entrambi ad un successo smarrito per un soffio, ma anche il sol dell'avvenire della scena finale non è da meno). Da culto molte della battute: "Le parole sono importanti. Chi parla male pensa male". Nella colonna sonora ci sono E ti vengo a cercare di Franco Battiato e I'm on fire di Bruce Springsteen.
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