Espandi menu
cerca
Palombella rossa

Regia di Nanni Moretti vedi scheda film

Recensioni

L'autore

axe

axe

Iscritto dal 23 marzo 2010 Vai al suo profilo
  • Seguaci 27
  • Post -
  • Recensioni 1461
  • Playlist -
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi
Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Palombella rossa

di axe
7 stelle

A causa di un incidente stradale, la personalità del Partito Comuninsta Italiano e giocatore di pallanuoto in forza ad una squadra romana Michele Apicella perde la memoria; essa riaffiora in modo frammentario nei giorni successivi, anche quando il protagonista è impegnato in una difficile partita di in casa dell'agguerrita squadra dell'Acireale. La sua confusione mentale, acuita da accese discussioni con personaggi di cui non comprende nitidamente i ruoli, conduce alla sconfitta della squadra. "Palombella Rossa" è scritto, diretto ed interpretato da Nanni Moretti. Il regista romano interpreta il personaggio - di fantasia, ma parzialmente ispirato alla sua persona, e presente in precedenti opere - di Michele Apicella, in questo racconto dirigente di rilievo del P.C.I. nonchè sportivo. Tutto, nell'opera, è metafora. L'autore se ne serve sia per raccontare lo smarrimento della sinistra italiana negli anni '80, sia per descrivere quale impatto abbia ciò nei confronti del protagonista. Siamo in un decennio di opulenza, trionfo dell'edonismo e del disimpegno. La caduta del Muro di Berlino, prodromica alla fine dell'Unione Sovietica, è prossima. Sono dunque venuti meno i capisaldi che hanno ispirato tanta dell'ideologia di sinistra degli anni passati. Il benessere diffuso ha stemperato gli eccessi di un conflitto sociale di massa, poichè le rivendicazioni di grandi categorie di cittadini hanno avuto soddisfazione spegnendone i relativi ardori quando non la coscienza civile. Dunque, molti tra quelli che hanno creduto nel comunismo quale dottrina di utopistica eguaglianza, terminati i controversi e duri anni '70, si sono trovati soli lungo il cammino, e privi di meta. Il "vagare" politico e morale del militante s'intreccia con analoghi percorsi di altri. La fonte dell'ideologia è inaridita, l'azione ormai impossibile; rimane la retorica, un attivismo fine a sè stesso, fiumi di parole che inondano le coscienze, spingendo, nello specifico, l'autore, critico ed autocritico, ad un rifugio nell'intimità, foriero di ulteriori riflessioni; Michele Apicella non ha memoria; ne recupera cocci, frammenti, grazie ad incompiuti - e, al nostro orecchio, sconclusionati - dialoghi con altri. Amici, figlia, due militanti, un sindacalista. E' esaltato dai suoi interlocutori per un gesto "memorabile" recentemente compiuto; null'altro, da quanto comprendiamo, che un discorso in TV, nel controllato contesto di una "tribuna politica". Contestualmente, trovandosi schierato con la sua squadra di pallanuoto durante un match importante, è chiamato a ... fare. Fuor di metafora, entrare in acqua dal suo, teorico e logorroico, allenatore di (Silvio Orlando); in completo stato confusionale, porta la sua squadra alla sconfitta; è questa una sorte condivisa, in quegli anni, da intere compagini politiche. Quanto vediamo in scena potrebbe essere un sogno; corrobora questa ipotesi l'alto livello di simbolismo, nonchè l'atmosfera surreale che permea la scena. Spettatori e giocatori, ad un certo momento, smettono d'interessarsi all'incontro, per vedere una toccante scena del film "Il Dottor Zivago", la quale appare in una TV dell'impianto sportivo. Domina la scena, istrionico, autoreferenziale, Nanni Moretti. Il ritmo è lento, gli avvenimenti sono pochi. La messa in scena è basata su dialoghi, su monologhi, a volte in apparenza privi di senso. Questo film, per essere ben compreso, rende probabilmente necessaria più di una visione e certamente la conoscenza del pensiero del regista, il quale racconta con voce critica, permeata di delusione, la deriva di correnti della sinistra non più al passo con i tempi, incapaci di adattarsi al cambiamento, benchè i loro sostenitori siano pronti a cogliere i frutti di quel progresso - in campo economico e sociale - da loro pubblicamente osteggiato. Dunque, non è opera destinata allo "spettatore casuale". Anche io ho risentito dell'"impatto"; ma, riflettendo successivamente, ho potuto cogliere, con una certa nitidezza, il messaggio dell'autore. Michele Apicella, giocatore e dirigente comunista, perde completamente la rotta; le sue "squadre" perdono, ma, per i loro membri, ci saranno forse altre occasioni. Il mondo, nel frattempo, va avanti.

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati