Regia di Christian Vincent vedi scheda film
Tratto dalla storia vera della cuoca di François Mitterand (all’inizio del suo ultimo mandato), devo dire che, paradossalmente (visto l’argomento), ho percepito questo film totalmente “insipido”.
Ora, probabilmente il motivo risiede nel fatto che l’ampio ventaglio di spunti gastronomici offerti hanno sortito, nei miei confronti, effetto analogo a quello espresso dalla nota raccomandazione di evangelica memoria: “perle ai porci”…
Ma poi, a ben vedere, può anche darsi che fosse davvero un limite ontologico della storia (quello di non riuscire a coinvolgere emotivamente il pubblico, o comunque una parte di esso). Quello, anzi, di creare… “distacco”:
- di posa e di tempra (fra l’energica e fiera cuoca… e, praticamente, chiunque altro, Presidente a parte);
- di classe sociale (l’alta cucina della provincia francese che approda direttamente alla corte dell’Eliseo… salvo poi accettare “forche caudine” più “popolari” - e anche più riconoscenti - per motivi, come verrà ammesso nel finale, prettamente venali);
- di tipo geografico (perché metà della trama si sviluppa letteralmente dall’altra parte del globo).
Inoltre è un film la cui visione si consuma un po’ troppo velocemente, obbligando, quindi, a desistere dal tentativo di penetrare la superficie della dinamiche relazionali della protagonista (peraltro quasi inesistenti, tranne quella, appena abbozzata, fra lei e la figura del Presidente).
Dunque un film dotato di poca consistenza, che non riesce a lasciare alcuna impronta del suo passaggio.
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