Trama
Hortense Laborie, chef di punta del Perigord, si stupisce quando il presidente della Repubblica francese in persona la sceglie come sua cuoca personale, nominandola responsabile della preparazione di tutti i suoi pranzi all'Eliseo. Nonostante l'invidia e la gelosia degli altri membri dello staff della cucina, Hortense riesce sin da subito a imporsi tra i fornelli grazie al suo carattere indomito e la semplicità dei suoi piatti seduce il palato del presidente più del previsto tanto che tra le stanze del potere la sua presenza comincia a generare qualche sospetto di troppo.
Approfondimento
LA CUOCA DEL PRESIDENTE: A SERVIZIO DI MITTERRAND
Dietro al personaggio di Hortense Laborie si nasconde la vera storia di Danièle Delpeuch, cuoca della regione del Perigord chiamata nel 1986 dal presidente francese François Mitterrand per occuparsi delle cucine dell'Eliseo. La vita della Delpeuch fu contraddistinta da rotture e impegni, spesso nati da un colpo di testa: contadina, lasciò il suo lavoro e il marito per dedicarsi alla gastronomia e fu tra le prime persone a organizzare dei week end alla scoperta del foie gras e del tartufo della sua zona, agli inizi degli anni Settanta. Dopo essere stata negli Stati Uniti, dove iniziò anche il suo lavoro di insegnante di cucina, la Delpeuch all'esperienza all'Eliseo fece poi seguire il lavoro in una base scientifica in Antartide e un progetto sulla carta ambizioso e folle: coltivare il tartufo in Nuova Zelanda. Definita come un'avventuriera le cui scelte di vita sono sempre state legate alla cucina e alla sua evoluzione, la Delpeuch è stata capace di mescolare rispetto per la tradizione e apertura alla modernità, creando un tipo di cucina "glocal", locale e globale al tempo stesso, semplice e complessa. Per raccontare la sua storia nelle camere del potere, è stato scelto Christian Vincent, che ha da sempre stimato la cucina della Delpeuch e che, oltre a essere regista, è anche un esperto enologo e un cuoco provetto. A fornire gli spunti per la sceneggiatura è stato il libro Mes carnets de cuisine, du Périgord à l'Elysée scritto dalla Delpeuch nel 1997, dove - in un mix di verità e fantasia - evoca il periodo in cui, arrivata al cospetto di Mitterrand, non sapeva nulla di procedure di protocollo e finì per stabilire un rapporto diretto con il Presidente, preoccupandosi delle sue condizioni di salute sempre più precarie e inimicandosi i tanti consiglieri che gli giravano intorno. Inoltre, molti sono i riferimenti al libro #Elogio della cucina francese di Edouard Nignon, alla base di molti dialoghi tra il Presidente e Hortense. Si tratta di un volume poco conosciuto al pubblico ma particolarmente apprezzato dagli chef francesi, scritto da uno dei più grandi cuochi d'Oltralpe al servizio di personalità eminenti come lo zar Nicola II e l'imperatore d'Austria e contenente una raccolta di poesie dedicate alla gastronomia introdotte da Sacha Guitry.
UN MANCATO GRAZIE
Oltre a rimettere in scena i due anni passati nelle cucine dell'Eliseo, La cuoca del Presidente per contrasto descrive anche l'esperienza della Delpeuch/Hortense nell'emisfero australe, dove ottiene i riconoscimenti che non ha mai avuto mentre lavorava per il Presidente. L'inizio del film disorienta lo spettatore, portandolo in un'altra dimensione rispetto al racconto centrale. Le prime scene mostrano infatti una giornalista australiana che lavorando a un filmato sulle isole dell'oceano antartico si imbatte senza sapere nulla sul suo passato in una cuoca non particolarmente simpatica che borbotta tra i fornelli, lontana dal mondo in cui era abituata. Se prima Hortense era abituata ai tappeti rossi, ai cerimoniali e alla gloria dell'Eliseo, ora si ritrova immersa in una natura ostile, affascinante ma dura, che la costringe a lavorare alacremente e senza possibilità alcuna di comunicare con l'esterno. Il forte contrasto tra passato e presente porta a una riflessione sui concetti di riconoscenza e ingratitudine. Hortense ha lavorato per il presidente Mitterrand ma il suo carattere espansivo l'ha portata a crearsi molti nemici, che avrebbero fatto di tutto pur di non averla intorno. Sin dal suo arrivo, Hortense (così proprio come la Delpeuche) non è mai stata la benvenuta all'Eliseo, nessuno ha mai provveduto a pronunciarle anche un semplice "grazie". Unica donna a essere entrata nelle cucine presidenziali, è stata malvista sin dall'inizio del suo lavoro in quanto donna. Dal carattere abbastanza curioso e per certi versi anche pionieristico, si differenziava dagli chef degli anni Ottanta, non vestiva di bianco, trasmetteva la sua arte attraverso piccoli e amorevoli gesti dettagliati e tutti trovavano strano che il presidente avesse voluto proprio lei, una persona esterna all'entourage dell'Eliseo e per di più donna.
DENTRO ALL'ELISEO
Per la prima volta, con La cuoca del Presidente la produzione di un film entra dentro le stanze dell'Eliseo, concesso in via del tutto eccezionale per un paio di giorni di riprese in esterni, nel cortile e nel grande salone mentre l'allora presidente Sarkozy era impegnato per il G20 a Cannes. Le portate in scena, inoltre, sono state realizzate da tre grandi chef di Francia: Gérard Besson (anziano cuoco del Coq Heron), Guy Leguay (rinomato chef dell'Hotel Ritz) e Elisabeth Scotto (esperta di cucina che lavora per la rivista Elle). Le scene in Antartide sono invece girate in Islanda, in un paesaggio glaciale in balia degli improvvisi cambiamenti climatici e temporali.
Note
Il film ha una conduzione felpata, un po’ leziosa, forse non per tutti i gusti anche se prevediamo grande successo nelle rassegne e nelle proiezioni pomeridiane delle grosse città. Da gustare la performance di Catherine Frot, la protagonista, che ha davvero molte sfumature; da recuperare Coup d’éclat, con lei poliziotta in crisi.
Trailer
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Commenti (4) vedi tutti
Personaggi macchiettistici e stereotipati, situazioni convenzionali, nel solito film francese su cuochi e cucina. Con in sottofondo la convinzione che la loro cucina è la migliore del mondo. Un sussiego insopportabile. Voto 2.
commento di eit20Simpatica la protagonista ma a lungo andare il suo fare schietto e ottimista da cuochina casereccia stanca, pallosissime le scene in Antartide dove ogni momento è un'ovazione alla cuoca. Non molto più interessanti le situazioni "spinose" all'Eliseo. Tutto molto stereotipato. E non mi è venuta fame come quando ho visto il pranzo di Babette
commento di adri76Film notturno di "Rai 1" e ho gia' detto tutto ... ! voto.0.
commento di chribio1Un classico esempio di bravura registica (senza fuochi d'artificio, ma con abilità narrativa notevole) e dell'attrice (anch'essa con una recitazione molto nella parte) per raccontare senza sbavature una trama che in fondo in fondo è un po'esilina; ma anche questo è cinema, e ... comunque..., non è poi un cinema nemmeno tanto male. Da vedere.
commento di gac