Regia di Peter Greenaway vedi scheda film
tabù sessuali e il vecchio testamento. un principe e la sua corte e un incisore che pur di vedersi finanziata la sua fantasia di stampare libri, accetta di mettere in scena i tabù con la propria compagnia teatrale. mal gliene incorrerà, ma di sicuro non sarà l'unico a pagare. greenaway ci sollazza ancora una volta con la sua fantasia barocca digitalizzata, ambientando il film nello scarno spazio di una stazione abbandonata e fatiscente, senza mai far pesare l'ambientazione e riempiendola con gli addobbi di scena, mobili e gli strabilianti costumi. ma su tutti come al solito la carne da esposizione che per lui sono gli attori. schiacciati dalle promesse di libertà di parola ed espressione da parte del margravio di alsazia, principe signore di quella corte che li ospita, ben presto tutti ben si accorgeranno che ogni cosa ha un prezzo. il prezzo può essere la vita o parte di essa e il dazio da pagare.... una scopata. alto e basso in greenaway si mescola sapientemente, con la formidabile consapevolezza che non è questione di squallidi gossip da tappeto rosso festivalliero, bensì solo ed esclusivamente arte e/o spettacolo, così come lo è semplicemente nella vita. il potere espresso al suo "meglio" nelle storie dell'antico testamento dove incesto e adulterio tra gli altri, ci spiegano come siamo stati, siamo e potremmo essere. splendidi f. murray abraham e lo sconosciuto ramsey nasr, soprattutto se ascoltati in lingua originale. da non disprezzare tutti gli altri.
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