Trama
Per colpa di uno sgarro al boss camorrista del suo quartiere, la sedicenne Veronica viene presa in ostaggio e trattenuta all'interno di un palazzo abbandonato all'estrema periferia di Napoli, in attesa di essere punita. A sorvegliarla, seppur controvoglia, c'è Salvatore, un coetaneo timido e goffo con cui nelle ore di attesa Veronica instaura un rapporto di complicità e affetto, grazie al grado di fiducia raggiunto tramite lunghe chiacchierate in cui entrambi confidano i loro sogni e le loro paure.
Approfondimento
L'INTERVALLO: UN FILM DI STRADA
L'intervallo è il primo film di finzione del documentarista Leonardo Di Costanzo. Nato ad Ischia, Di Costanzo vive tra Napoli e Parigi, dove insegna presso gli Atelier Varans, prestigioso centro di formazione di regia documentaria. Autori della sceneggiatura sono invece il napoletano Maurizio Braucci, scrittore e autore della sceneggiatura di Gomorra e Reality di Matteo Garrone, e la barese Mariangela Barbanente, autrice già del documentario L'orchestra di piazza Vittorio e tra gli sceneggiatori della serie televisiva Ris - Delitti imperfetti. Francesca Riso e Alessio Gallo, i due giovani esordienti attori protagonisti, sono stati scelti dopo aver partecipato a un laboratorio di coaching per la recitazione improvvisata. Durato oltre tre mesi e condotto da Alessandra Cutolo e Antonio Calone - da anni organizzatori di attività di animazione teatrale con i ragazzi di strada di Napoli -, il laboratorio con la collaborazione del Teatro Stabile di Napoli ha coinvolto un gruppo di ragazzi dei quartieri spagnoli. Tra 200 adolescenti incontrati, una prima scrematura ha portato alla scelta di sei differenti coppie di possibili protagonisti. Solo quando le coppie si erano poi ridotte a due, si è cominciato l'adattamento della sceneggiatura.
DUE ADOLESCENTI DI PERIFERIA
Nonostante la loro giovane età, i due personaggi di Veronica e Salvatore si comportano come degli adulti in erba: matura e spregiudicata lei e lavoratore lui. Posti di fronte alla natura violenta di una reclusione forzata, hanno reazioni differenti: mentre Veronica tenta di ribellarsi al suo destino, Salvatore appare più accomodante. Entrambi vittime, tendono a colpevolizzarsi l'uno con l'altra fino a quando l'intimità del loro "carcere" porta alla riscoperta dei sogni adolescenziali da tempo dimenticati. La città di Napoli fa da sfondo alla loro vicenda ma il loro racconto potrebbe essere ambientato alla periferia violenta di qualsiasi metropoli contemporanea, dove gli adulti sono avvertiti come minaccia o come portatori di regole da rispettare.
UNA SCENEGGIATURA APERTA
Per scrivere il copione del film, girato in super 16, il regista e gli sceneggiatori hanno cominciato a frequentare i luoghi di ritrovo degli adolescenti napoletani e a parlare con i ragazzi. Così facendo, la sceneggiatura, scritta dapprima in italiano, si è ridotta a una sorta di canovaccio da riadattare in base agli attori scelti, portatori ognuno delle proprie esperienze e del proprio vissuto. In fase di realizzazione, infatti, i giovani attori hanno "indossato" la sceneggiatura - precisa ma lasciata aperta -, coadiuvando la traduzione in napoletano dei dialoghi e fornendo le loro suggestioni per la psicologia dei personaggi. Per non far avvertire la presenza della telecamera sul set e lasciare ai due giovani attori massima libertà di espressione, Leonardo Di Costanzo e il direttore della fotografia Luca Bigazzi hanno scelto di girare, a parte qualche scena notturna, senza luci aggiuntive e con macchina a spalla per adattarsi loro al modo in cui gli attori occupano lo spazio e non viceversa.
Il film è stato poi quasi interamente girato all'interno dell'ex ospedale psichiatrico Leonardo Bianchi di Napoli, una struttura di oltre 200 metri quadrati costruita nel XIX secolo e abbandonato da anni.
Note
Di Costanzo, rispetto ai patentati predicatori liberal, si distingue per il suo sguardo potente e pudico. Evita sermoni e si abbandona alla sensualità di un dialetto napoletano serrato e fascinosamente oscuro. E, come tutti i grandi cantori del reale, riesce a commuovere, convincendoci che il mondo, così come lo conosciamo, può anche scomparire per un momento e fare spazio ad altro. E, poi, raramente Napoli è stata filmata meglio in tutte le mille sfumature delle sue “cadenze d’inganno”.
Trailer
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Commenti (5) vedi tutti
Film molto bello, girato evidentemente con poco budget. Basterebbe, a tal proposito, pensare come siano stati scelti attori non professionisti e poche location. Da questo punto di vista sembrerebbe quasi il film di un amatore. Nel corso del film, poi, si può apprezzare una linea eccezionale, più apprezzabile di film famosi come Gomorra a mio avviso
commento di Giofe86Ottimo lavoro di Di Costanzo
leggi la recensione completa di Furetto60Ennesimo film in dialetto.
commento di gruvierazFilm dai tratti non semplici con una Periferia degradata di Napoli da sfondo ad una Storia a tratti Romantica pur in un discorso piu' crudele ed oscuro e con un finale lasciato incompiuto (almeno mi e' parso cosi' …!).voto.7.5.
commento di chribio1È più reale un sogno ad occhi aperti o una quotidianità allucinante?
commento di michel