Regia di Carlo Ludovico Bragaglia vedi scheda film
Crociate medievali: l'esercito cristiano si scontra con quello musulmano in terra santa. Sboccia però imprevisto l'amore fra il cristiano Tancredi e Clorinda, musulmana. Nessuno dei due rinuncia alla propria fede e continuano così a combattere sugli opposti fronti.
Il fatto che nel biennio 1957-58 Carlo Ludovico Bragaglia abbia licenziato sei pellicole rende già pienamente l'idea della modesta fattura delle stesse, fra le quali quella più degna di nota è senza dubbio La Gerusalemme liberata. Più che alla trasposizione cinematografica di un celeberrimo poema (Torquato Tasso, XVI sec.), però, questo film si avvicina pericolosamente all'inconsistenza e alla pretestuosità dei coevi peplum, le opere pseudostoriche realizzate in fretta e furia per attirare in sala un pubblico desideroso semplicemente di intrattenimento e qualche blanda emozione. Il materiale narrativo, per quanto possa sembrare sacrilego dirlo, aiuta la fattura modesta del lavoro: il testo del Tasso risulta infatti più che antiquato, addirittura preistorico a secondo dopoguerra inoltrato, in un'Italia a un passo dal boom economico e in un'Europa pacificata, lontana dalle follie della guerra e anelante solamente tolleranza e fratellanza. I deliranti proclami integralisti che costituiscono gran parte di La gerusalemme liberata vengono pertanto annichiliti dalla realtà storica, a partire dall'obsoleta raffigurazione dei musulmani quali figli o stretti alleati di Satana; rivisto quasi sei decenni più tardi, questo film appare di un'ingenuità estrema - e di un'estremismo (cristiano) ingenuo. Costumi e scene sono palesemente di seconda mano; la trama (sceneggiatura di Sandro Continenza) è incentrata sull'impossibile storia d'amore fra un uomo e una donna di religioni diverse e quindi nemiche, prediligendo così dialoghi intrighi ad azione e scene più complicate a girarsi; qualche buona notizia giunge perlomeno dal cast, che può vantare nomi del calibro di Sylva Koscina, Philippe Hersent, Gianna Maria Canale, Rik Battaglia, Alba Arnova, Francisco Rabal. Nel complesso, comunque, una riuscita piuttosto striminzita dati i presupposti creati con il titolo. 2,5/10.
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