Regia di Jacques Audiard vedi scheda film
Strano incontro fra un agente di sicurezza privato e un’addestratrice di orche marine che ha perso le gambe in un incidente in piscina. Audiard ricalca lo schema di Sulle mie labbra: fra un omaccione rude e una donna inasprita dalla propria menomazione nasce una complicità che all’inizio non include il sesso ma che rende entrambi più forti; del resto c’era qualcosa del genere anche nel rapporto fra i due protagonisti di Tutti i battiti del mio cuore, e in tutti e tre i casi si agisce al di fuori della legge (organizzare una rapina, picchiare occupanti abusivi, partecipare a incontri di boxe clandestini). Insomma: Audiard comincia seriamente a correre il rischio di fossilizzarsi, e continua ad avere evidenti problemi a concludere (qui c’è una specie di lieto fine che non dissipa tutte le ombre, ma insomma ha un effetto troppo rassicurante); solo Il profeta mi aveva convinto sotto questo aspetto. Secondo me conveniva concentrarsi sulle dinamiche della bizzarra coppia e isolarla dal mondo, senza introdurre i familiari di lui (figlioletto, sorella, cognato) che fanno disperdere l’attenzione su altri temi (c’è spazio anche per una denuncia dello sfruttamento dei lavoratori). Peccato, perché il regista ha talento; ma gli manca qualcosa per piacermi davvero. Impressionanti, comunque, gli effetti visivi che hanno ridotto le gambe della Cotillard a due moncherini.
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