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Un sapore di ruggine e ossa

Regia di Jacques Audiard vedi scheda film

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GIMON 82

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Un sapore di ruggine e ossa

di GIMON 82
8 stelle

Jacques Audiard è un cantore conclamato di un popolo:quello dei disagiati,gente che vive ai margini legalitari e societari,uomini o donne "amputati" dall'amaro della vita,ma che nel dolore trovano il coraggio di riciclarsi.Nel magnifico "Il Profeta" del 2009 il protagonista trovava nell'ambiente carcerario una sorta di ambiente "redentivo" o "scolastico"proiettante verso la vita.I canoni di questa nuova opera sono pressochè diversi,sebbene al centro della storia vi è pure un uomo dal passato(forse) poco edificante,ma se ne "Il Profeta" tutto avviene secondo un ascesi che è percorso di crescita, qui vi è un evoluzione di sentimenti,che all'inizio sono nascosti sotto una superficie di rudezza animale,per poi conclamarsi nello stato di un dolore lacerante,sia fisico che psichico.Audiard s'impegna con una telecamera a mano,indagante "l'epidermide" e i traumi corporei frutto d'incidenti fortuiti.Ali' e Stephanie sono anime girovaghe dei sentimenti e nella vita,lui rude,animalesco e superficiale,lei sotto una corazza aggressiva nasconde una personalita' difficile,fatta di piccole fragilita' e instabilita' sentimentale.Un incontro avvenuto durante una rissa in discoteca è il suggello di un "sodalizio" dapprima corporeo: un contatto di corpi e riempitivo di vuoti dolorosi e catartici,per poi divenire fusione di animi soli.Stephanie è addestratrice di orche in un parco acquatico e uno degli enormi pesci gli trancia le gambe di netto.la dolorosa perdita degli arti significa per la donna dolore lacerante e vuoto esistenziale,vuoto colmato dal gigante Ali', sorta di spirito guerriero e boxeur in incontri illegali.Audiard sceglie il vigore istantaneo di una fame atavica di sentimento e di vita attraverso l'espressioni corporee,in Stephanie quando nuota,balla e "fa l'amore" e in Ali' quando combatte,esponendo il corpo ad una macerazione che diviene scopo di sopravvivenza.In mezzo ai due vi è un bimbo di nome Sam,il figlio di Alì e sconosciuto al genitore che ne affida l'educazione e il sostentamento alla sorella.La figura del bimbo è una sorta di "deus ex machina" involontaria o quasi nel contesto filmico,un infante sballottato e trascurato che "funziona" nel gelo di un laghetto come "trait d'union" definitivo per una strana coppia."La ruggine e le ossa" del titolo sono il deterrente di una storia amara e nuda,eppure viva e pulsante,affamata di vita,dopo "L'amour" di Hanèke in cui il corpo e lo spirito sono in disfacimento in un ritratto crepuscolare,c'è il "sapore" di Audiard,quello giovane e vitale che combatte per vivere,per tentare ad ogni costo una normalita' "impossibile" eppure esistente dentro il calore umano.Una regia compatta,fluida e realista,di una nudita' mai celata,ma mostrata pura e pulita anche nel grave handicap.All'ottimo lavoro registico si aggiunge la superlativa performance della stupenda Cotillard,enorme nel dare vita ad un invalidita' lacerante e difficile da sopportare,bravissimo anche Schoenaerts nel ruolo del ruvido Ali',un opera da vedere per l'immenso e sterminato "parco" di reietti che Audiard adora,una vita sempre ai margini del legale,in visi consumati dal sangue e dalla mancanza,eppure irrimediabilmente VIVI......

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