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Un sapore di ruggine e ossa

Regia di Jacques Audiard vedi scheda film

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La recensione su Un sapore di ruggine e ossa

di zombi
8 stelle

com'è che due sconosciuti collidano e si scoprano lentamente e sofferentemente bisognosi l'uno dell'altro?... alì sta andando dalla sorella nel sud della francia. non ha lavoro. ha scoperto che la sua ex usava il figlioletto di 5 anni per trasportare droga dall'olanda alla francia e per di più ha dovuto smettere gli allenamenti di box e thai. stephanie invece fa l'addestratrice di orche in uno spettacolo seguitissimo. convive, ma cerca qualcosa in una discoteca. quando s'incontrano la prima volta alì fa il buttafuori nella discoteca dove stephanie viene picchiata da un tizio. alì introdotto nell'agenzia di lavoro dalla sorella, fa ogni tipo di lavoro fino a quando una sera incontra un tizio che installa telecamere nascoste(ovviamente illegali)negli iper-mercati per conto dei direttori per vedere cosa fanno i propri dipendenti ed eventualmente per liberarsi velocemente dei più piantagrane. una vita un pò sbandata che però sembra ideale per lui. per stephanie invece le cose problematiche già prima, si aggravano con un incidente con le orche nel quale perde entrambe le gambe dal ginocchio in giù. questi personaggi in balia degli eventi e di se stessi, sono figure anonime che popolano questo pianeta. stephanie un pò più matura sa anche cosa voglia dire non sapere che piega si sta prendendo. alì invece è un bambinone sempre alla ricerca di soldi e di femmine da scopare senza impegno. ed è forse perchè non si conoscono che stephanie lancia il suo grido di aiuto ad alì, che lo accoglie, riiniziandola alla vita. un vita grezza fatta di sesso riallenante e incontri di lotta clandestina. stephanie rientrerà nel circolo vitale con l'aiuto di protesi riuscirà a muoversi da sola e addirittura diverrà manager di alì in una sorta di corpo unico alla ricerca affannosa di trovarsi e combaciare. molto bella la scena in cui stephanie si sente pronta di riavere a che fare con le orche in una scena molto impressionante. stephanie contro il blu della piscina e questa immensa macchia nera che si avvicina e obbedisce agli ordini visivi della donna. alì e stephanie sono un pò come le gambe artificiali di lei; devono adattarsi e abituarsi l'un l'altra, cercare l'incastro ideale per essere i pezzi mancanti. è un film classico in alcuni punti, film che ti sembra di aver già visto altre volte, per poi allontanarsene e riprendere una sua strada. di ossa quindi, rotte o mancanti anche quelle metaforiche della crisi che spezza la schiena a uomini, donne, famiglie e ruggine che ovviamente non attacca la pelle e la carne degli umani ma che ricopre le persone che non sanno o non riescono a  reagire alle aggressioni della vita. 

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