Trama
Ali ha 25 anni, è grande e grosso, non ha un soldo e con il figlio di 5 anni, che era sinora vissuto con la madre, attraversa la Francia per arrivare in Costa Azzurra, dove vive la sorella, Anna, cassiera in un supermercato. Per guadagnare qualche soldo, comincia a lavorare come buttafuori in una discoteca dove una sera conosce Stephanie, la bella e piuttosto sprezzante addestratrice di orche del parco acquatico di Antibes. Poco dopo una tragedia sconvolge la vita di Stephanie, facendole perdere l'uso delle gambe. Ma Ali non se ne cura e per Stephanie il rapporto con quel gigante allo stesso tempo servizievole e anaffettivo diventa inaspettatamente il gancio che le serve per restare attaccata alla vita, che dopo il trauma le sembra invivibile.
Approfondimento
TERZO ADATTAMENTO LETTERARIO PER AUDIARD
Quando il regista Jacques Audiard e lo sceneggiatore Thomas Bidegain hanno deciso di lavorare al loro nuovo film, la scelta è ricaduta sulla raccolta di racconti Ruggine e ossa dello scrittore Craig Davidson. Per Audiard si è trattato di lavorare per la terza volta, su sei film realizzati in carriera, a un adattamento di un'opera letteraria, dopo aver portato sullo schermo Triangle di Teri White in Regarde les hommes tomber e Un héros très discret di Jean-François Deniau nell'omonimo film (Un héros très discret). Ruggine e ossa di Davidson ha colpito il regista poiché presenta al suo interno la descrizione di un mondo moderno vacillante, in cui gli Stati Uniti sono rappresentati come un universo razionale e gli esseri umani sono in lotta per trovarvi un proprio posto e smarcarsi dal destino, amplificato da drammi o incidenti, a loro riservato.
UN MELODRAMMA ESPRESSIONISTA
Ali e Stephanie, i protagonisti del film, non appartengono però ai personaggi della raccolta di Davidson: la loro storia prende semmai spunto da essa per la forza e la brutalità del contesto della narrazione, che da dramma viene sublimata in melodramma attraverso una scelta che Audiard stesso definisce visivamente "espressionista". La realtà circostante, descritta con un'estetica di contrasti brutali e violenti, dal regista viene resa combinando un forte realismo a un'oscurità da trincea. Così facendo, in Un sapore di ruggine e ossa si riflette un mondo violento e sull'orlo del disastro economico, in cui i due protagonisti vivono la loro quotidiana guerra per la sopravvivenza della loro storia d'amore e per uscire dalla loro disperata situazione.
PICCOLE BUGIE DA SET
Un curioso aneddoto lega la protagonista Marion Cotillard, premio Oscar per La vie en rose, alla realizzazione del film. Nonostante in Il Cavaliere Oscuro - Il ritorno la Cotillard avesse un piccolo ruolo, la produzione del blockbuster di Nolan aveva vietato per contratto a tutti gli attori del cast di assumere altri impegni in contemporanea con le riprese. Per interpretare il film di Audiard, l'attrice ha mentito sulla data delle riprese e la stessa produzione francese ha dovuto avviare il tournage in gran segreto.
Note
È straordinario come Audiard sappia fare uso delle pure sembianze fisiche della violenza e dell’amore per raccontare che in un mondo senza futuro, senza economia, senza protezione, l’unica certezza sia la capacità di usare il proprio corpo e i propri sentimenti senza guardare in faccia nessuno. Il profeta – uno dei film più belli degli ultimi anni – era un romanzo di formazione annidato in un prodigioso film carcerario, Un sapore di ruggine e ossa è una favola naturalista che, come quello, ha il coraggio di persuaderti di ciò che nessuno osa neanche più sospettare: chiunque ha il diritto di cambiare il proprio destino. Prossimità tattili, epidermidi sfocate e incandescenti, inquadrature e montaggio che non defibrillano un occhio prensile e reattivo come il suo protagonista, che svirgola sul mondo come una goccia su una roccia (chi è capace di filmare un’orca che strappa gli arti di un individuo in modo così minaccioso ed ellittico?), protesi e percosse, periferie e tangenziali, spiagge e cortili, acqua e sangue: un cinema che lavora a mani nude, con le nocche scheggiate, sulla sensualità e il dolore, senza preavviso, perché questa, forse, è l’unica vera forma della vita, l’unica misteriosa chance della bellezza.
Trailer
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Commenti (11) vedi tutti
Storia interessante ma troppe lungaggini soprattutto nella parte centrale
commento di Artemisia1593Non è un commento al film ma una critica a FilmTv: la trama è troppo dettagliata e finisce con lo spoilerare il film.
commento di ottobyteBella costruzione narrativa, ricca di dense corrispondenze metaforiche, presenti fin dalla prima scena
leggi la recensione completa di laulillaAlla base di tutti i contrasti presenti nel film, c'è la provocazione del regista: "Siete così sicuri che la brutale superficialità porti solo danni? In alcuni casi, è l'unica via per lenire la solitudine". Voto: 7-
leggi la recensione completa di andenkoLa Storia fa pensare,Gli Attori non sono male ma il Film non mi ha del tutto convinto.voto.4.
commento di chribio1E’ un’opera di rara potenza e tenuta che conferma la grandezza registica di Audiard. Forse non raggiunge la tragica intensità di Un prophète ma comunque ci si avvicina molto nel suo essere a sua volta un trattato psicologico delicato e violento come il suo protagonista che è istintualmente brutale, ma all’occorrenza anche accogliente e tenero.
leggi la recensione completa di (spopola) 1726792Prospero nello sviluppo psicologico dei caratteri, vibrante e imprevedibile nella narrazione, un po' acquiescente nell'epilogo, "De Rouille et d'Os" comunque si fa apprezzare, in quanto elargisce i suoi drammi senza scadere nella retorica.
commento di Stefano L7,5 Molto bello. Intenso, piacevole. Come gran parte di molti film dell'ultimo decennio c'è quasi un'ostentata ricerca del disagio. Comunque il risultato è molto valido
commento di GanaJuzaVoto al Film : 6
commento di ripley77Il film ha una trama caratteristica ma credo che sia 6 il voto che merita. La sceneggiatura "cade" in certi punti ma il film rimane guardabile e rimane uno dei migliori del 2012 (ovviamente).
commento di Giugi98Il melodramma secondo Audiard. Dopo "Un Prophete" ora sappiamo che la prigione, a volte, è la vita stessa. Un film potente, fatto di corpi e menti lacerate dalla sofferenza. Da non mancare, se si ha uno stomaco forte. Voto: 8,5
commento di BobtheHeat