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Laurence Anyways

Regia di Xavier Dolan vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Laurence Anyways

di laulilla
9 stelle

Un film stupefacente per il gioco dei formati, lo splendore delle immagini, delle musiche e per l’intensità delle emozioni che sa suscitare negli spettatori, anche se certamente non è privo di difetti e di ridondanze: il regista, d’altra parte, non aveva che ventitre anni, all’uscita del film!

 

In una lunga intervista a Xavier Dolan, Stephan Delorme raccolse per i Cahiers (numero 680 - luglio, agosto 2012) alcune dichiarazioni interessanti su Laurence Anyways, da pochissimi mesi presentato con successo a Cannes e subito distribuito nelle sale francesi. 

Le parole del regista non solo illuminano la curiosa origine di questa insolita pellicola, nonché la difficoltà della sua elaborazione, ma ci dicono molto di lui, del suo modo di lavorare, della sua concezione del cinema e del ruolo che egli intende esercitare all’interno dei suoi film.
Egli racconta, dunque, che all’origine di questo lavoro è un episodio vero: stava lavorando da due giorni alle riprese di J’ai tué ma mère (il suo primo film-rivelazione, uscito nel 2009)quando una donna dello staff gli aveva confidato la propria grave depressione: il suo compagno l’aveva lasciata, avendo deciso di cambiare sesso. 

“De retour chez moi, j’ai écrit trente pages d’un jet” L’urgenza di trasformare in cinema una vicenda colta al volo da un racconto occasionale non potrebbe essere detta meglio.

Aveva in mente già il titolo: Laurence Anyways (Lorenzo, in ogni caso).

Dolan nella medesima intervista preciserà che Laurence in lingua canadese è un nome proprio maschile e anche femminile, al contrario di quanto avviene in francese, in cui il nome Laurence è femminile (il corrispettivo maschile è Laurent).

 

È molto interessante che, fin dal titolo, il regista, allora ragazzino, intendesse mettere in evidenza l’umanità del personaggio, che, al di là del sesso (o del genere, come ora usa dire), è se stesso, cioè una persona che conserva nel tempo il suo carattere mite, i suoi affetti, la sua vasta cultura e soprattutto l’amore per la donna con la quale aveva condiviso un certo periodo della propria esistenza.  

 

Il protagonista del film è Laurence Alia (Melvil Poupaud), professore di letteratura che nel giorno del suo trentasettesimo compleanno aveva deciso di farla finita con le ipocrisie, diventando, finalmente, la donna che aveva sempre desiderato di essere.

La sua vita, che fino a quel momento sembrava dirigersi lungo il percorso tranquillo del successo letterario (aveva vinto un importante premio), della serietà professionale e della pienezza amorosa con Frédérique(Suzanne Clément), ne sarebbe stata sconvolta.

 

Il regista ci risparmia le tappe della sua trasformazione fisica, ma ci parla del suo calvario, della progressiva emarginazione dalla famiglia d’origine, dalla scuola, e, infine, dalla società degli uomini veri e delle persone per bene, che dopo averlo respinto, con molta violenza, ricorrendo anche all’aggressione fisica, rifiutavano di accettarlo anche a trasformazione compiuta, quando al suo passaggio in abiti femminili quasi tutti continuavano a osservarlo quasi fosse un fenomeno da baraccone.

 

Frédérique, detta Fred, la sua compagna, il grande amore della sua vita, invece, dopo il comprensibile e umanissimo disorientamento, decide di aiutarlo nell’impresa, di difenderlo, ma soprattutto di continuare ad amarlo, senza condizioni, com’era accaduto prima di conoscere la verità, quando il loro rapporto era fatto di tenerezza, amicizia, condivisione, confidenza e, naturalmente, di attrazione.

 

L’aspetto più straordinario di questo bel film è proprio nel racconto di questo amore tenace, vivo per tutti i dieci anni durante i quali si andava completando la trasformazione di lui e durante i quali entrambi avevano dato una svolta alla propria vita, come se, anche lontani nello spazio e per lungo  tempo, l’antica fiamma non si fosse mai spenta. Rivedendosi, infatti, essi ritrovavano la magia di un tempo, e si amavano ancora, con la stessa volontà di condivisione, con la tenerezza, l’amicizia e anche le baruffe che avevano caratterizzato fin da subito il loro rapporto, cosicché il film, che inizia presentandoci Laurence ormai diventato donna, termina circolarmente evocando il momento del loro primo incontro, con un flash back sorprendente per bellezza e naturalezza, che ci riporta alla sostanza di un amore che non può finire, anyways, appunto!

 

 

 

 

 

Dolan, che non ha ruolo d’attore in questo film, precisa nell’intervista di aver accompagnato con la propria recitazione ad alta voce, l’interpretazione dei due bravissimi attori protagonisti, per avere il pieno controllo di ogni aspetto del film, nonché di aver lavorato duramente in fase di montaggio sia per contenere la durata della pellicola (che nonostante ciò sfiora le tre ore, senza mai annoiare), sia per fare in modo che le immagini e le situazioni della prima parte del film trovassero le loro corrispondenze simboliche, cromatiche e musicali nella seconda parte in un gioco continuo di rimandi, emotivamente significativi.

 

 

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