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The Assassin

Regia di Hou Hsiao-hsien vedi scheda film

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La recensione su The Assassin

di Stanley42
stelle

Il ritorno di Hou Hsiao-hsien alla regia coincide con una geniale rielaborazione estetica del wuxiapian. La bellissima Shu Qi è la protagonista di un’opera sontuosa e visivamente perfetta, finalmente disponibile anche in Italia.

Shu Qi

The Assassin (2015): Shu Qi

 

Erano passati la bellezza di otto anni dall’ultimo film del maestro taiwanese Hou Hsiao-hsien, otto anni di silenzio in cui sono accaduti eventi come la morte di Edward Yang, l’altro grandissimo esponente del cinema di Taiwan, oppure l’uscita del capolavoro Stray Dogs di Tsai Ming-liang.

Ecco che, dunque, la scelta di Hou di tornare dietro la macchina da presa, affrontando per la prima volta un genere da lui inesplorato, non può e non deve essere presa sotto gamba. Il risultato da ammirare in sala è un film che rivoluziona il classico wuxiapian attraverso delle scelte di regia che vanno a privilegiare l’aspetto contemplativo dell’opera a discapito di quello prettamente dinamico: The Assassin è un film di astrazioni narrative, capaci di trasformare la fisica in metafisica.

 

Questa volontà del cineasta viene espressa indirettamente: ciò che interessa allo sguardo registico non sono le scene madri rappresentate dai combattimenti fra i personaggi (peraltro ridotti al minimo indispensabile), ma gli squarci naturalistici di devastante bellezza che accolgono tali scontri. Accade così che i personaggi e le linee guida della trama vengano relegati nei fuoricampo, in favore della contemplazione di una sontuosità visiva che strega gli occhi del regista e dello spettatore. 

Dopo un prologo in un folgorante bianco e nero, il film si attesta su un livello di fotografia, scenografia e composizione dell’immagine che annienta tutte le altre opere contemporanee: i virtuosismi della macchina da presa sono tesi a semplificare le acrobazie e a raggelare l’azione, per creare una catena di immagini pittoriche che vanno a costituire l’essenza del film stesso.

 

La tormentata storia della malinconica Nie Yinniang (interpretata dalla radiosa e sensuale Shu Qi) è raccontata tramite uno stile ricercato e raffinato, che si permette di sfidare lo sguardo del pubblico con long take, che presentano un montaggio interno di sontuosa perfezione e con dei combattimenti giocati su campi lunghissimi, in modo tale da non turbare la fissità dell’immagine.

La trama non è immediatamente decifrabile e neppure del tutto comprensibile a causa dei numerosi intrighi (come sempre del resto nel genere wuxia),però in questo caso tale indecifrabilità si sposa perfettamente con l’intento del regista.

 

Non è un film facile The Assassin, così come non lo è mai stata nemmeno la filmografia di Hou Hsiao-hsien, il quale sceglie dopo otto anni di cambiare tutto per restare in realtà uguale a se stesso.

Chi non ama il regista troverà in questo film un’ulteriore scusa per criticarlo; per tutti gli altri The Assassin sarà una gradita conferma: il maestro non ha affatto perso la sua mano.

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