Regia di Abbas Kiarostami vedi scheda film
A Tokio, Akiko è una studentessa universitaria che la notte si prostituisce; una sera il suo protettore la invia a casa di un rinomato professore di sociologia in cerca di quella piacevole amicizia e complicità che da tempo gli manca. La storia poi coinvolgerà anche il fidanzato di Akiko, ignaro della doppia vita della ragazza.
Abbas Kiarostami è uno dei nomi più apprezzati dal panorama culturale cinematografico internazionale; con la vittoria della Palma d’Oro nel 1997 il regista iraniano ha essenzialmente confermato le premesse che lo riguardavano.
Passato anche lo scorso anno a Cannes proprio con Like Someone in Love, Kiarostami non ripete l’exploit del passato, nonostante sia stato un serio candidato alla vittoria finale. Serio candidato ma fortunatamente non vincitore, perché l’ultimo film di Kiarostami soffre troppo i limiti di una storia debole e senza pretese, che non ha nemmeno il coraggio di allargare la propria prospettiva, ma si limita a curvare all’indietro sulle proprie premesse. Già dalla lunga e lenta prima parte si capisce che la pellicola non regalerà grosse svolte, la vicenda prosegue lineare ma senza aggrapparsi mai a un senso che giustificherebbe tutta l’operazione.
Si ha l’impressione (giustificata) che il tutto giri pesantemente a vuoto, come quando la protagonista si rivolge al tassista chiedendogli di rifare due volte il giro della piazza, o come quando l’anziano professore cercherà inutilmente di riabbottonare la vita della ragazza.
Così lo spettatore non potrà fare a meno di uscire dalla sala con quel senso d’incompletezza non tanto per un film non riuscito, quanto per un’opera nata morta (o almeno stanca).
VOTO : 4,5/10
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