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Qualcuno da amare

Regia di Abbas Kiarostami vedi scheda film

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giancarlo visitilli

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La recensione su Qualcuno da amare

di giancarlo visitilli
4 stelle

Sin dalle prime battute, il moralismo e didascalismo, trovano in questa pellicola, la loro migliore espressione: la “normalità” nelle “relazioni sane”.

E le relazioni sono quelle fra un anziano ed una giovane donna, che si incontrano a Tokyo. Lei non sa niente di lui, lui pensa di conoscerla. Lui la porta a casa sua, lei gli offre il suo corpo. Ma la rete che si intreccia tra di loro, nell’arco di ventiquattrore, diventa fitta e misteriosa. Lui si innamora di lei, mandando in furia il suo fidanzato geloso.

Niente a che fare, col cinema del grandissimo maestro iraniano, Abbas Kiarostami, prima, con lo sguardo sempre rivolto dentro le imposture degli ayatollah, oggi, quasi costretto ad andare oltre, ad essere egli stesso nella condizione dell’esiliato e quindi lontano dalla sua terra e dalla sua cultura. Le prove le abbiamo tutte, con la Toscana dove ha girato la dimenticabile storia d’amore, tra un saggista inglese e un’antiquaria francese, e ora a Tokio, fino a lì, per alloggiare quel che resta dell’amore senile di un professore. In entrambi ci si mette il viaggio, reale e interiore, che, in entrambi i casi s’intraprende e che non conduce a null’altro, rispetto alla situazione iniziale. Per cui, anche Qualcuno da amare, come Copia conforme (2010), nonostante la retorica di “cinghie di trasmissioni” che non vanno, “motori” a cui dare il tutto gas, fanno girare a vuoto una pellicola e lo sguardo e l’attenzione degli spettatori.  

Il ‘trucco’, fra l’altro, è sempre lo stesso, la scelta di set ristretti, il ristorante, l’appartamento, un taxi, che anziché trasformare quella parzialità del punto di vista, fomenta una complessità di rapporti, conflitti e relazioni inutili. E quel che rimane, alla fine, è una storia che s’è dimenticata dalla sedia alla porta. Del cinema. La sensazione di una mancanza: della profondità dello sguardo, quindi, di un cinema acuto e poetico, che ci ricordi il buon gusto del sapore della ciliegia.

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