Regia di Paul W.S. Anderson vedi scheda film
Sono sempre stato piuttosto magnanimo con la saga di Resident Evil. Vuoi per amore di Milla Jovovich (incondizionato), vuoi per quel briciolo di personalità dimostrato da Paul W.S. Anderson nei primi capitoli. Arrivati al quinto titolo, però, pazienza e tolleranza iniziano a vacillare. Il fatto è che il materiale narrativo della serie si è esaurito già da diversi anni - ricordiamoci che parliamo pur sempre della trasposizione cinematografica di un videogame – per cui la sensazione che ci si trovi di fronte a dei sequel girati per inerzia diventa via via una certezza. Quest’ultimo Retribution, soprattutto, non fa altro che riciclare situazioni e personaggi appartenenti al passato di Alice senza aggiungere il benché minimo sviluppo ad una guerra, quella fra i sopravvissuti e la Umbrella Corporation, che si trascina oramai stancamente e senza più alcun tipo di sussulto. Non che il girato sia inferiore alla media, nel genere il regista ha dimostrato di saperci anche fare, ma la ripetitività di battaglie e battute è arrivata ormai alla saturazione. Belli i titoli di testa, con la prima sequenza che procede a ritroso verso il finale del film precedente. Sono di gran lunga la cosa migliore dell’intera pellicola, il che è tutto dire.
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