Regia di Paul W.S. Anderson vedi scheda film
Sono affezionatissimo al brand Resident Evil, ricordo imperituro di una vita fa quando mi dilettavo con videogames ad alto tasso emoglobinico ( e le teste saltavano che era un piacere) o che mettessero addosso quella strana sensazione d'angoscia, un po' appiccicaticcia che ti accompagnava durante la routine quoidiana ( vedi Silent Hill, ragione di molte mie notti insonni).
Mi precipitai a vedere il primo film della serie al cinema, rimanendone moderatamente deluso ( questione di aspettative ) ma Milla con quel vestitino rosso aveva sfondato a colpi di Uzi il mio cuoricino palpitante.
Inutile negarlo: è lei la raison d'etre del brand Resident Evil.
Altrimenti sarebbe già morto e sepolto, anche perchè a livello qualitativo questa saga non ha mai brillato anche se ha raccolto sempre un consistente successo di pubblico.
Nella corsa al ribasso non sfugge neanche questo quinto capitolo ( dei sei previsti) : Paul W. S. Anderson per rivitalizzare la saga come l'assassino torna sul luogo del delitto. Ripercorre cioè i film del passato e li usa come punto di partenza per una nuova (esile) storia da raccontare.
La moltiplicazione dei nemici spesso non giova e qui la Jovovich ,pur ritrovando vecchi amici visti qua e là nei film precedenti, si trova a combattere contro la Umbrella Corporation e anche con una numerosa schiera di non-morti. E accanto a nuovi nemici ne ricompaiono di vecchi.
La prima mezz'ora di film si trasforma inopinatamente in un riassuntone stereoscopico delle puntate precedenti e tutto sommato non è la cosa peggiore del film perchè inanella diverse soprese : è chiaro fin dall'inizio l'intento di girare un film video gioco con i suoi vari livelli tra loro concatenati e con le sue diverse gradazioni di mostri fino ad arrivare ai boss di fine livello.
Il problema è che di nuovo c'è poco e niente: è evidente la volontà di frastornare il povero spettatore con un diluvio di sparatorie, inseguimenti e duelli all'ultimo sangue aiutati dalla computer grafica e dilatati da un uso ossessivo compulsivo del ralenti da parte di Anderson. Un utilizzo talmente eccessivo che appesantisce molte sequenze rendendole pachidermiche e interminabili.
Il cinema quindi non abita più qui: perlomeno quello buono.
Paul W.S. Anderson vuole rivitalizzare la sua saga che ormai ha compiuto dieci anni.
Ma è come mettere una flebo a un cadavere: in realtà a parte l'effetto revival, Resident Evil : Retribution ( doveretribution sta per castigo ) ha ben poco da offrire a parte qualche risposta lasciata in sospeso nei film passati e qualche domanda a cui dovrebbe rispondere il film successivo a questo.
E anche gli zombies sono ormai un pallido ricordo: non ci sono più i cari vecchi zombie che perlomeno un po' di paura la mettevano. In questo film sono utilizzati come tappezzerie, ora sono carne putrida da macello senza alcuna valenza orrorifica, destinati unicamente al sacrificio sull'altare di Milla che assomiglia sempre più all'eroina di un film action tra pugni e calci rotanti e fughe in Rolls Royce che hanno molto di bondesco.
Milla è comunque sempre un bel vedere:nonostante i segni del tempo si stiano depositando anche su di lei , nonostante il suo fisico non sia più quello di una volta , vederla vestita solo con una specie di francobollo di carta che sembra crollare da un momento all'altro è sempre piacevole.
Parlatene male ma parlatene: Resident Evil : Retribution ha il successo assicurato, i numeri stanno dando ragione a questo quinto capitolo della saga che sta raccogliendo incassi forse insperati nonostante il budget consistente ( si parla di 65 milioni di dollari).
Ma se è così, allora fermate il mondo.
Voglio scendere.
(bradipofilms.blogspot.it)
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