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Nina

Regia di Elisa Fuksas vedi scheda film

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La recensione su Nina

di barabbovich
2 stelle

Elisa Fuksas è la figlia dell'archistar Massimiliano Fuksas e già l'essere "figlia di" la rende poco simpatica. Nel 2009 esordì con un documentario festivaliero a tripla firma e di una certa pregnanza, intitolato L'Italia del nostro scontento. Nel suo primo film di fiction ci propala il trascorrere delle settimane agostane di Nina (Fleri), a cui vengono affidati il cane depresso Omero che lei - causa il rotacismo - chiama Omeo e un criceto oversize. La ragazzetta passa le giornate in una scuola semideserta dove impartisce lezioni di canto a soggetti dalle improbabili doti e un corso privato da un sinologo napoletano (Mahieux) dal quale vorrebbe apprendere il cinese. A questo si aggiunge un'avventura con un ragazzo che le ha rubato un quaderno di appunti, interpretato da un Luca Marinelli in versione estremamente acerba.
L'insieme è ambientato, in confezione rigorosamente surrealista, all'Eur di Roma, fotografato sempre in notturna e con tanto di tributo (in diurna, stavolta) alla Nuvola di papà Max. Il rigore formale, grazie alla fotografia di Michele D'Attanasio, è ineccepibile ma il film è puro estetismo, un esercizio di stile fine a sé stesso, incapace di comunicare alcunché e nel quale le migliori prove attoriali sono quelle dei quadrupedi.

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