Durante l'estate, Nina (Diane Fleri) rimane in una deserta Roma per prendersi cura degli animali che ha in casa un amico, partito per le vacanze. Trentenne, con una spiccata dote per il canto e una storia d'amore appena iniziata, Nina sogna di poter un giorno partire per la Cina, terra verso cui nutre un profondo amore. I suoi tentennamenti non le hanno mai dato la forza per recarvisi e vivere da vicino ciò che ha da sempre fantasticato fino a quando non incontra per caso il piccolo Ettore (Luigi Catani), un bambino che ha con sé le chiavi di tutti gli appartamenti del palazzo in cui vive e di cui nessuno sembra sapere niente. Nonostante sia alquanto misterioso, Ettore si dimostra ben più grande della sua età e lentamente porta Elena a capire quale sia la decisione migliore per il suo futuro.
Note
Elisa Fuksas, figlia dell’archistar Massimiliano, trasgredisce la regola e firma un’opera prima in flemmatica sospensione. Vorrebbe ritrarre l’indecisione di una generazione che non sa ascoltarsi, ma alza il volume sul sottofondo classico e sbarra ogni tentativo di fuga reale con soluzioni registiche trasognate quanto pretenziose. Emula di Amélie Poulain ma povera d’entusiasmo, la sempre deliziosa Diane Fleri è protagonista di una fiaba velleitaria che incarta il patrimonio architettonico romano e infiocchetta la letargia di personaggi volatili in confezione surrealista.
Nel secondo mediometraggio di Elisa Fuksas c’è un buon cast e qualche rarissima trovata: troppo poco perché non si cada (e la regia flemmatica non aiuta) in 80 minuti di noia e di tronfio autocompiacimento.
Elisa Fuksas è la figlia dell'archistar Massimiliano Fuksas e già l'essere "figlia di" la rende poco simpatica. Nel 2009 esordì con un documentario festivaliero a tripla firma e di una certa pregnanza, intitolato L'Italia del nostro scontento. Nel suo primo film di fiction ci propala il trascorrere delle settimane agostane di Nina (Fleri), a cui vengono affidati il cane… leggi tutto
Ognuno di noi è il frutto dell'esperienza che si porta dietro, un concentrato d'emozioni, immagini e conoscenza riprodotte più o meno consapevolmente in ogni momento della vita. Una matrice autobiografica che è tanto più evidente, quanto più ha la possibilità di esprimersi al di fuori del sé, diventando la forma di ciò che abbiamo dentro. Un percorso d'oggettivazione individuale che la… leggi tutto
Elisa Fuksas è la figlia dell'archistar Massimiliano Fuksas e già l'essere "figlia di" la rende poco simpatica. Nel 2009 esordì con un documentario festivaliero a tripla firma e di una certa pregnanza, intitolato L'Italia del nostro scontento. Nel suo primo film di fiction ci propala il trascorrere delle settimane agostane di Nina (Fleri), a cui vengono affidati il cane…
Un’estate (ancora) e poi Nina deciderà se diventare finalmente grande.
Ecco il quid di “Nina”, seconda opera di Elisa Fuksas, il cui esito arriva alla fine di 80’ scarsi fatti di silenzi prolungati, strade desolate, rapporti eterei se non inumani, scene apparentemente fini a se stesse, fatti di bimbi che sbagliano le doppie in quarta elementare ma ne sanno in…
Ognuno di noi è il frutto dell'esperienza che si porta dietro, un concentrato d'emozioni, immagini e conoscenza riprodotte più o meno consapevolmente in ogni momento della vita. Una matrice autobiografica che è tanto più evidente, quanto più ha la possibilità di esprimersi al di fuori del sé, diventando la forma di ciò che abbiamo dentro. Un percorso d'oggettivazione individuale che la…
In un’estate che dicono caldissima eppur fatica a traspirare, la giovane Nina va a vivere in periferia e scopre di non avere un centro. All’Eur, quartiere mai come qui fantasmatico, la ragazza si trasferisce per prendersi cura di un cane depresso e di un criceto sovrappeso: l’eredità di un caro amico partito per le vacanze. Le giornate di Nina hanno il ritmo di una villeggiatura…
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Commenti (1) vedi tutti
Nel secondo mediometraggio di Elisa Fuksas c’è un buon cast e qualche rarissima trovata: troppo poco perché non si cada (e la regia flemmatica non aiuta) in 80 minuti di noia e di tronfio autocompiacimento.
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