Lasciata da sola dal gruppo di persone con cui stava esplorando un posto di campagna, una donna è costretta ad affrontare il percorso di ritorno verso il villaggio da cui è partita. Accompagnata dal suo cane, però, improvvisamente resta bloccata da un muro invisibile di vetro, al di là del quale non sembra esserci vita, che non le permette di andare avanti e la costringe a cercare di sopravvivere in una situazione difficile che la porta a rivedere il suo modus vivendi e affrontare le proprie insicurezze.
Attrraverso una metafora, quella del muro, il racconto metafisico, il viaggio iniziatico alla scoperta delle vere ragioni per cui ogni individuo ed ogni sua esperienza siano concepiti per essere, anche se dolorosamente, irripetibili.
Buonismo, moralismo, luoghi comuni a non finire in un film che di naturale ha solo l'ambientazione in una foresta austriaca. Un solo personaggio, saccente e presuntuoso, con voce fuori campo per un'ora e tre quarti. Irritante.
Una donna (Martina Gedeck) arriva insieme ad una coppia di amici (Karlheinz Hackl e Ulrike Beimpold) in una baita sulle alpi austriache. Rimasta sola dopo che questi amici si recono al più vicino villaggio per fare delle compere, la donna inizia a prendere confidenza con il luogo e con il cane degli amici rimasto con lei. Trascorsa la notte senza che i due abbiano fatto ritorno, la donna… leggi tutto
Essendo “Robinson Crusoe” il romanzo che ho amato maggiormente da bambino e avendo un debole per il genere “fantasy” in materia di cinema, mi sono accostato a questo film austro-tedesco con curiosità e disponibilità d’animo. Nel giro di pochi minuti, però, la delusione ha cominciato a far capolino per poi trasformarsi in noia interrotta qua e… leggi tutto
Una donna (Martina Gedeck) arriva insieme ad una coppia di amici (Karlheinz Hackl e Ulrike Beimpold) in una baita sulle alpi austriache. Rimasta sola dopo che questi amici si recono al più vicino villaggio per fare delle compere, la donna inizia a prendere confidenza con il luogo e con il cane degli amici rimasto con lei. Trascorsa la notte senza che i due abbiano fatto ritorno, la donna…
Il Muro (si badi bene: invisibile) che irrompe nella vita della protagonista del racconto scritto negli anni ’60 da Marlen Haushofer non è un muro che divide. E non è un muro che imprigiona, che rinchiude, nonostante tutta la paura e l’inquietudine che possa procurare, con la sua improvvisa (im)manifestazione, alla donna che vi si imbatte.…
Essendo “Robinson Crusoe” il romanzo che ho amato maggiormente da bambino e avendo un debole per il genere “fantasy” in materia di cinema, mi sono accostato a questo film austro-tedesco con curiosità e disponibilità d’animo. Nel giro di pochi minuti, però, la delusione ha cominciato a far capolino per poi trasformarsi in noia interrotta qua e…
La golden age del musical è ormai lontana nel tempo, indicativamente localizzabile negli anni ‘50 e ’60, ma saltuariamente qualche oggetto cinematografico ne riprende l’eco e lo sfarzo,…
Die Wand è un'attenta riflessione sul rapporto dell'essere umano con la solitudine, vissuta in questo caso non come una condanna ma come occasione di ritornare alla percezione di noi stessi. Il muro invisibile e invalicabile che si frappone fra la donna e il mondo esterno è la separazione netta di due modi di vivere. Tale separazione viene dapprima respinta, poi percepita come una…
Una donna, di cui non sappiamo il nome, rimane prigioniera, nell'alta valle austriaca, di un muro invisibile, che la esclude dal mondo esterno. L'incipit rimanda chiaramente al King di "The Dome", ma è solo un attimo, il pretesto per iniziare un viaggio estremamente diverso dalla visione dello scrittore americano. Martina Gedeck, straordinaria, praticamente unica attrice, insieme al cane…
Un regista austriaco in una coprodizione tedesca che vede coinvolta (in modo esclusivo) la più celebre attrice germanica del momento; Martina Gedeck. Una barriera invisibile, come un vetro che imprigiona una donna, isolata in una baita di montagna dove si era recata in gita con amici. Non si conoscono i motivi di tale misterioso fenomeno, che impariamo con la protagonista, se non a conoscere,…
Le parole sono tutte fuori campo. Al di qua del muro non c’è alcun bisogno di parlare, perché si è da soli. Una donna prigioniera dentro una barriera invisibile, che la separa dai suoi simili, smette persino di avere un nome. Comincia a vivere solo per se stessa e per i pochi animali – un cane, due gatti, una mucca, un vitello, un corvo bianco – che le fanno compagnia, lassù, in mezzo…
In attesa della consegna degli Orsi di questa sera, il Festival di Berlino 2012 regala un primo riconoscimento all'Italia. Il premio della Giuria Ecumenica… segue
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Commenti (2) vedi tutti
Attrraverso una metafora, quella del muro, il racconto metafisico, il viaggio iniziatico alla scoperta delle vere ragioni per cui ogni individuo ed ogni sua esperienza siano concepiti per essere, anche se dolorosamente, irripetibili.
leggi la recensione completa di leporelloBuonismo, moralismo, luoghi comuni a non finire in un film che di naturale ha solo l'ambientazione in una foresta austriaca. Un solo personaggio, saccente e presuntuoso, con voce fuori campo per un'ora e tre quarti. Irritante.
leggi la recensione completa di hupp2000