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The Story of Film

Regia di Mark Cousins vedi scheda film

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La recensione su The Story of Film

di Tetsuo35
7 stelle

Marc Cousins ci offre una (personale) storia del cinema condensata in 15 episodi di un'ora l'uno, indipendenti per tematiche ma inevitabilmente zeppi di link che assimilano il futuro al passato (e viceversa).

 

Dopo l'ovvia esaltazione iniziale che può colpire un cinefilo che assiste ad un colto e appassionato ragionamento (più che a un riassunto) sulla storia del cinema (una delle pochissime arti sufficientemente giovani da potersi prestare ad un'operazione del genere), man mano che si procede con le puntate sorgono alcune perplessità:

 

1) 15 ore sembrano tante, ma sono una goccia nell'oceano. La visione che si ha è quella di un territorio visto dall'aereo (per fare un esempio in una puntata sola si ammassano Tati, Besson, Fellini, tutta la nouvelle vague, Pasolini, Visconti, Antonioni, Ferreri, Bunuel..) con alcune zoomate fatte in maniera inevitabilmente arbitraria (e con questo si arriva al punto..

 

..2) Più ci si avvicina alla contemporaneità, più assistiamo a un "il meglio secondo Cousins" che a un discorso oggettivo. Per dire, liquida Kubrick in una citazione di 30 secondi e poi dedica circa mezza puntata a una fantomatica corrente post moderna neozelandese capitanata da Baz Luhrmann (non proprio un autore così fondamentale, ma del quale esamina praticamente tutti i film) e Jane Campion.

Per carità, è apprezzabile il suo desiderio di essere quanto più globale (anche il cinema africano e arabo sono tutt'altro che trascurati) e travalicatore di generi (si cita spesso il documentario e si fa persino un'incursione, per la verità azzardata, nella videoarte con Matthew Barney), ma alle volte si scivola verso la forzatura (anche interpetativa) per avvalorare un discorso.

 

Niente di male, anzi, per molti versi inevitabile vista la mole dei dati da analizzare e il desiderio di porre un'impronta personale sul discorso. un lavoro che vale comunque sicuramente la visione, mantenendo la consapevolezza di stare assistendo a un punto di vista (ma in fondo con il cinema non è sempre così?)

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