Regia di Massimo Pupillo vedi scheda film
Gothic trash!!
Una troupe fotografica si reca in un castello dove centinaia di anni prima fu giustiziato, in una vergine di Norimberga, un pericoloso serial killer. Mentre gli operatori perlustrano i sotterranei del castello rompono inavvertitamente il sigillo che imprigionava il criminale, facendo resuscitare lui e la sua maledizione.
Questo "Boia Scarlatto" ad opera di Massimo Pupillo si rifà naturalmente ai gotici italiani del periodo, spostando però la narrazione ai giorni nostri e creando nell'insieme un prodotto originale . Se con "5 tombe per un medium" Pupillo ebbe modo di confezionare uno dei migliori gotici del periodo, con "Il Boia Scarlatto" ottenne il risultato opposto, creando involontariamente un film dai risvolti trash/comici di estrema ingenuità (non per niente, per l'occasione, il regista decise di firmarsi con lo pseudonimo di Max Hunter). Lo stile fumettistico e denso di colori pop lo rende, come detto poc'anzi, certamente stuzzicante, ma la recitazione, i dialoghi, stupidi ed insistiti - il qui presente boia, impersonificato da un famoso culturista del periodo, parla sempre in terza persona, evidenziando oggettive manie di autocompiacimento - gli effetti speciali pupazzosi e infantili (con ragni mossi con fili in bella vista) e una sceneggiatura ricca di momenti ridicoli, lo rendono a modo suo una piccola perla di rara comicità involontaria. Nonostante questo è da segnalare una certa fantasia nelle sequenze d'omicidio, feroci nella loro ridondante pacchianeria ma dotati di una certa efficacia. "Il boia scarlatto" rimane un divertente " so bad it's so good", catatonico nella prima parte ma incredibilmente scanzonato verso le battute finali. Non certo una perla dell'italian gothic, insomma.
Voto: 5
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