Regia di Massimo Pupillo vedi scheda film
Un fotografo e una modella utilizzano come set per un servizio fotografico un castello ritenuto disabitato. Così, ovviamente, non è. Ed è solo l'inizio di una tragedia sanguinolenta.
Max Hunter è in realtà l'italianissimo Massimo Pupillo, regista di una manciata di pellicole quasi tutte girate nel corso dei Sessanta, principalmente opere smaccatamente alimentari che spaziano fra i generi, dallo spaghetti western al cappa & spada, passando per questo horror gotico in salsa moderna. Robert McLorin è invece Romano Migliorini, autore della sceneggiatura insieme a Robert Christmas, pseudonimo che insospettabilmente cela l'identità di Roberto Natale; il loro copione è del tutto privo di interesse, se non fosse per lo spunto iniziale che vede in scena un fotografo e una modella, e l'idea dell'intreccio fra morte e immagine catturata, fuori dal tempo e di conseguenza immortale: Blow up di Michelangelo Antonioni arriverà soltanto l'anno seguente, ma l'idea di costruire un film attorno a questo tipo di personaggi e di dinamiche si è già palesata agli autori de Il boia scarlatto. Che comunque, per il resto, è lavoro modestissimo nella fattura - John Collins, al secolo Luciano Trasatti, per la fotografia; Robert Ardis ovvero Mariano Arditi al montaggio; colonna sonora di Gino Peguri (alias Gino Peguri) - e anche meno interessante dal punto di vista dei contenuti. Fra gli attori si notano l'ungherese Mickey Hargitay, Luisa Baratto, Walter Brandi, Alfredo Rizzo e una giovanissima Femi Benussi (accreditata come Femi Martin) al suo esordio nel mondo della celluloide. 3/10.
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