Regia di Marcus Dunstan vedi scheda film
Ogni tanto, nel mondo del cinema, capitano strani fenomeni per i quali film che si dovrebbero trovare brutti o mediocri, per qualche ragione risultano invece belli od avvincenti. E' questo il caso di "The collector", di cui "The collection" è il seguito, thriller insensato e folle, con un maniaco dalle abilità praticamente sovrannaturali, ed un improbabile protagonista ladro, Arkin/Josh Stewart, che in apparenza sarebbe l'antitesi dell'eroe(basso poco più di un metro e settanta, fin troppo pacato e non palestrato, semi-sconosciuto se non in tv...), eppure incredibilmente coinvolgente, con un'atmosfera cupa, notturna e claustrofobica, viscerale e potente soprattutto grazie alla regia di Dunstan, che di talento ne deve avere molto, visto che riesce a rendere coinvolgenti ed emozionanti le più assurde idiozie, e allo strano carisma del sopra-citato Stewart/Arkin, che ha un volto in apparenza "ordinario", ed in originale parla con una voce monotona e cullante da ipnotizzatore, eppure si fa amare fino all'ultimo istante, creando un rapporto di simpatia e partecipazione molto più forti del solito.
In questo "the collector 2-the collection", le due particolarità che hanno reso vincente la prima pellicola restano quasi invariate: Dunstan mostra lo stesso particolare talento per trasformare alchemicamente una storia decerebrata ed assurda in qualcosa che coinvolge(soprattutto, va detto, grazie al suo taglio di regia, e a diverse scene ben girate), mentre Arkin-qui anche meno presente e sicuro di sè rispetto al primo, è comunque l'unico che vogliamo assolutamente che rimanga vivo fino alla fine. Purtroppo, però, il secondo capitolo mantiene anche un altro aspetto invariato rispetto al primo, che è quello dell'assurdità della trama, con una sceneggiatura così mal scritta e demente che dopo un po' è quasi impossibile seguire gli avvenimenti, e si resta intrappolati unicamente nell'effetto speciale splatter, e nella bella resa dell'azione. L'idea di un collezionista di persone, Hannibal Lecter all'ennesima potenza per il suo delirio di superiorità che lo porta a trattare esseri umani come insetti(belle le sculture di carne che ne richiamano le forme) non è malvagia, ma se si stendesse su carta un soggetto del film, quasi sicuramente se ne noterebbero l'incoerenza e la mediocrità di fondo.
Peccato, insomma. Probabilmente, se Dunstan(che è comunque molto giovane) si calmasse un po' e ponderasse meglio i suoi soggetti e sceneggiature, senza lasciarsi trasportare troppo dalle sue visioni folli e claustrofobiche, potrebbe finire col girare dei bei films, data la sua predisposizione naturale a "mutare escrementi in oro"(scusate l'espressione). Con una struttura solida, chissà a quali livelli arriverebbe. Mentre l'altrettanto enigmatico Josh Stewart, che probabilmente appartiene alla categoria delle persone dotate di carisma involontario(e la prova potrebbe essere la sua presenza recente in produzioni maggiori, come l'ultimo Batman di Nolan), solo il tempo potrà dirci se sarà capace di emergere in storie migliori: simpatico senza un perché, e non così inespressivo come la voce potrebbe suggerire(guardate ad esempio "Beneath darkness"). Da notare la presenza di Lee Tergesen, ottimo interprete del telefilm Oz.
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