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Indovina perché ti odio

Regia di Sean Anders, John Morris vedi scheda film

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Paul Hackett

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La recensione su Indovina perché ti odio

di Paul Hackett
3 stelle

Donny Berger è un quarantenne immaturo che campa di rendita sulla notorietà guadagnata (si fa per dire) da adolescente negli anni 80, dopo aver messo incinta la propria supersexy insegnante di matematica. Un grosso debito con il fisco e il conseguente rischio di finire in galera, lo porteranno, inizialmente solo per motivi opportunistici, a tentare di riallacciare i rapporti con il figlio Han Solo, businessman di successo e futuro sposo della graziosa, ma dispotica, Jamie.

 

Con Ben Stiller che sempre più spesso preferisce dedicarsi ad altro, il Frat Pack in conseguente libera uscita e i fratelli Farrelly ormai surclassati sul piano della scorrettezza, la nuova geografia della commedia americana si muove prevalentemente su due coordinate: da un lato Judd Apatow & co., con lo strano mix di trivialità e buoni sentimenti tipico del regista newyorkese, dall'altro quell'incessante fucina di comicità di grana grossa che è la Happy Madison di Adam Sandler. Tra i tanti prodotti di successo della casa di produzione fondata dal protagonista di Zohan, per la verità, Indovina Perché Ti Odio si è rivelato un flop, riscuotendo scarsissimo successo al botteghino e risultando vincitore solo di svariati premi-burla, come i famosi Razzie Awards. I motivi del rifiuto da parte di pubblico e critica risiedono sicuramente nella smodata volgarità di una pellicola che spinge inusitatamente sul pedale del sesso e della scorrettezza politica, arrivando persino a toccare temi scabrosissimi come l'incesto e l'abuso sessuale.

 

Cast ottimo, ma mandato allo sbaraglio da una sceneggiatura davvero improponibile (dello stesso regista Sean Anders, che riprende le citazioni anni 80 già profuse nel suo script di Un Tuffo Nel Passato): se Adam Sandler offre il peggio di sé in uno dei ruoli più triviali della sua non certo immacolata carriera, Vanilla Ice si prende in giro in maniera divertita e divertente e intriga l'idea di far interpretare la sensualissima miss McGarrigle da giovane a quello schianto di Eva Amurri e da donna agée alla ancora bellissima Susan Sarandon (nella realtà, madre della Amurri). Notevole anche l'ampio ventaglio di volti di contorno, dalla carinissima Leighton Meester fino al rissoso James Caan nell'azzeccato ruolo di un prete manesco. Come detto, dirige (senza farsi troppo onore) Sean Anders, già regista di Sex Drive e Come Ammazzare il Capo 2.

 

Uno dei punti più bassi toccati da Adam Sandler, una stellina recuperata solo grazie al valido cast: 3/10.

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