Regia di Sean Anders, John Morris vedi scheda film
Profondo rosso per Adam Sandler e l’unico orrore è la mancanza di comicità in un film che avrebbe questo come suo unico obiettivo da conseguire.
Un disastro commerciale, probabilmente il più fragoroso (ad oggi) per un comico assai amato oltre oceano, ma che ha perso un (bel) po’ la rotta di navigazione e quindi il consenso.
Appena divenuto maggiorenne Todd (Andy Samberg) ha scelto di abbandonare il padre Donny (Adam Sandler) e farsi la sua vita.
Quando Todd sta per sposarsi si ritrova di fronte il padre che vuole riallacciare il rapporto anche perché bisognoso di dollari di cui il figlio ha la tasche piene avendo avuto successo nel mondo del lavoro.
Non sarà facile.
Difficile salvare qualcosa di questa commedia che “vanta” difetti su larga scala.
Prima di tutto pur avendo assai poco da dire si dilunga oltre modo (110 minuti sono in questo caso una sorta di insulto), ma soprattutto in tutto questo lasso di tempo quando si ride?
La risposta è quasi mai, per cui perché non racchiudere il tutto in meno tempo per evitare qualche inutile fastidio?
Domanda che evidentemente il regista Sean Anders ed il capofila Adam Sandler non si sono nemmeno posti, ne deriva un meritato disastro che (fortunatamente) il pubblico non ha voluto recepire.
Un naufragio che coinvolge anche attori pregiati come Susan Sarandon e James Caan che si sono prestati per ruoli secondari senza particolare gloria.
Tante volgarità che non generano quasi mai comicità istantanea (altra non è nemmeno pensabile ottenerla), poi, come se non bastasse, ecco anche i buoni sentimenti appiccicati (non) a doc.
Un tentativo, scontato fin dall’inizio, che risulta patetico ed inutile e che finisce con l’essere la definitiva palla al piede.
Disastroso (o quasi).
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta