Regia di Francis Ford Coppola vedi scheda film
Rivedendolo a distanza di anni devo dire che me lo ricordavo peggio: sarà che Coppola mantiene un certo gusto nella messa in scena, ma non mi sento di definirlo un disastro inappellabile. Resta comunque il fatto che sia un polpettone svogliatissimo, a tratti quasi kitsch, con una serie di plateali problemi strutturali. I riferimenti alla storia italiana (il delitto Calvi, il Banco Ambrosiano, la P2, la morte di Luciani) posso apprezzarli e trovarli anche coraggiosi, ma vengono buttati dentro alla rinfusa creando solo parecchia confusione e portando a degli esiti narrativi inaccettabili: far passare Michael Corleone, che nei film precedenti abbiamo visto essere un assassino cinico e spietato, come un povero vecchietto che potrebbe salvare la cristianità mettendo le mani sul patrimonio immobiliare della Chiesa. Forse il più grande fallimento però sta nelle scelte di cast: un Eli Wallach spaesato e sopra le righe, una Sofia Coppola femme fatale decisamente improbabile ed un Andy Garcia che dovrebbe sostituire Al Pacino come boss (addirittura riproponendo la sequenza finale del primo capitolo...) ma senza averne le capacità attoriali ed il carisma, risultando assolutamente non all'altezza del compito. Ma anche gli attori storici zoppicano: Al Pacino troppo caricaturale e truccato pure maluccio (credo sia una delle interpretazioni meno convincenti che gli ho visto fare nel primo trentennio di carriera), Talia Shire passata da donna di mondo a morigerata massaia sicula e Diane Keaton, che fa quel che può, ma il personaggio ha una caratterizzazione troppo indefinita. Inoltre è di gran lunga il film della saga in cui si sente di più il peso della durata strabordante, soprattutto in una seconda parte che è un vero macigno e che culmina in un finale tragico incollato un po' a forza.
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