Regia di Francis Ford Coppola vedi scheda film
Com’è noto, Coppola fu quasi costretto a rimettere mano alla saga dei Corleone per una serie di rovesci finanziari. Il risultato è un’appendice fiacca, svogliata e posticcia, che non aggiunge nulla alle prime due puntate, delle quali accentua i difetti latenti e ricalca pedissequamente lo schema (ancora una volta si chiude con una serie di regolamenti di conti in montaggio incrociato, accompagnati dalle note di Cavalleria rusticana). Forse lo spettatore americano può apprezzare una certa efficacia spettacolare, ma a quello italiano l’affastellamento di tutti i misteri repubblicani degli anni ’70 (le morti di Calvi, Sindona e Giovanni Paolo I) dà l’impressione di un’accozzaglia pacchiana. C’è un solo momento di vera emozione: quello in cui il boss, in crisi glicemica, confessa al papa i crimini di un’intera vita e ne ottiene l’assoluzione. Quasi superflua la presenza di Diane Keaton, decisamente infelice la scelta di Sofia Coppola. Per fortuna, almeno siamo sicuri che alla fine il protagonista muore; però Andy Garcia è ancora vivo, e quindi auguriamo a Coppola, per il bene suo e nostro, di mantenersi sempre in floride condizioni economiche.
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