Regia di Francis Ford Coppola vedi scheda film
Il sequel per ECCELLENZA. MAGISTRALE, IMPEGNATIVO e COINVOLGENTE allo stesso tempo, come pochissimi altri titoli cinematografici. Esempio di come un sequel per qualità -in tutti i campi- possa superare il prequel.
La trama è su doppi livelli, raccontati in parallelo. Da un lato c'è Michael Corleone che fatica a raggiungere l'apice del successo capitalistico al vertice del suo impero mafioso. D'altro c'è la storia di suo padre, Vito e della sua lotta per uscire dalla povertà. Si tratta di un emozionante doppio-thriller che ci fa seguire due generazioni della famiglia Corleone. La storia di Vito Corleone è una narrazione semplice ed efficace di un immigrato italiano e della sua salita dai bassi fondi della povertà in Little Italy. L'altro è un racconto complicato che ha per protagonista Michael Corleone sulla strada per il potere e la ricchezza senza fine, ma in un mare turbolento di intrighi, tradimenti e violenze. In secondo luogo, queste due narrazioni spiegano la genesi, il progresso e l'organigramma di ogni step o tappa dei livelli mafiosi (come se ogni grado o livello mafioso abbia un proprio modo di nascere e vivere), si descrive l'influenza dell'organizzazione nella società, il consumo di forze e i diversi metodi utilizzati per raggiungere la cima. In terzo luogo, il film conferisce una visione unica dell'atmosfera familiare e della determinazione di garantire la sua sopravvivenza e di come questa possa essere minacciata a causa di avidità, abuso di potere e immoralità.
Robert De Niro interpreta superbamente il giovane Vito Corleone, manifestando quelle incantevoli piccole sfumature della personalità che fanno intravedere quello che in futuro sarà il 'Don', il Padrino, dalla personalità tranquilla, dallo sguardo attento e dal linguaggio e dai movimenti del corpo controllati. Dà l'impressione di essere un uomo che pensa molto, parla poco e quando agisce risolutamente lo fa con pieno controllo delle conseguenze.
Al Pacino interpreta, invece, lo spietato Michael Corleone, affascinante in tutta la sua gelida personalità. Pacino ritrae un personaggio dalla personalità ovattata e controllata, in modo da far emergere una rabbia esplosiva al momento giusto. Michael vive in un mondo di ipocrisia, ma riesce a dissimulare meglio di chiunque altro. La sua ossessione malsana per la protezione della 'famiglia', che sembra ferirsi ad ogni attacco, non è altro che una scusa inconsistente per giustificare i mezzi che usa nella sua attività "aziendale". Egli esige fedeltà e sottomissione da tutti e non esita a ottenere ciò che vuole con le minacce. Cambia alleanze come gli fa comodo. Non c'è assolutamente nulla della coscienza di quel simpatico reduce, eroe che Coppola ci ha presentato nel primo film. Michael è diventato un mostro; anche nell'ultima fase -solitaria- del film è difficile capire se Michael si pente o se appena cede al sentimentalismo dell'autocommiserazione.
E' un film solido, senza sbavature o debolezze. La pellicola è la regia sono anche migliorate dal primo film. Un accenno non può mancare alla scenografia, che è tra le più belle e curate della storia del cinema, assolutamente uguagliabile ad un altro titolo del genere, su questo piano di pari livello e mi riferisco a "C'era una volta in America". Voto 10/10.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta