Regia di Francis Ford Coppola vedi scheda film
La mafia e il suo potere tentacolare da Corleone a New York.Girato due anni dopo il primo, Coppola ha l'idea di realizzare un sequel che contemporaneamente diviene anche prequel.Due film al prezzo di uno.Molti preferiscono questo capitolo al primo.Io non saprei quale scegliere.Sono film diversi ,mossi da filosofie diverse,che affrontano tematiche diverse.Per me sono capolavori entrambi.Come ho avuto modo dire il primo film si prestava molto a eventuali seguiti e questo fondamentalmente per due motivi:conosciamo il padrino don Vito già al massimo del suo potere e fulgore senza sapere nulla di come è arrivato a tali vette e lasciamo nello splendido finale Michael che ha appena terminato la sua metamorfosi da corpo quasi estraneo alla famiglia a nuovo padrino.I due personaggi più importanti del primo film quindi si adattano al completamento della loro storia.Questo film ci spiega la storia di don Vito e il percorso di Michael una volta diventato padrino.Fu anche un percorso obbligato perchè Brando si rifiutò sdegnosamente di andare a ritirare l'Oscar assegnatogli per il primo film e fu licenziato in tronco.E'un film diviso in due parti tra passato e presente:l'arrivo del piccolo Vito Antolini in America diventato Corleone per un errore al'anagrafe americana.La terra promessa,l'unica aspettativa di vita dopo che gli hanno ucciso padre madre e fratello per una faida mafiosa e dove comincia la sua carriera dal basso di una lunga gavetta.Dall'altra parte la vita di Michael dopo che è divenuto padrino.Come nel primo capitolo comincia tutto da una festa:stavolta è un battesimo a cui interviene anche un senatore.E' la ramificazione del potere tentacolare della famiglia,una radice sotterranea che si appiglia alla politica per avere un aspetto rispettabile.Nonostante il disprezzo del senatore ,fatto notare in privato,la famiglia sa benissimo come tenerlo in pugno.Ogni uomo ha il suo prezzo e il suo piccolo(o grande) inconfessabile segreto.Qui viene esplorato il rapporto ambiguo tra mafia e politica e non solo americana.Risulta profondamente ambigua l'audizione di Michael davanti alla commissione senatoriale,a metà tra echi maccartisti e dubbi sulla sua effettiva utilità,come è ben delineata la posizione delle varie famiglie mafiose che hanno interessi a Cuba allora dominata da Batista ma già preda di importanti fuochi rivoluzionari.E Michael intuisce tutto:i rivoluzionari sacrificano se stessi e la propria vita per un ideale,non sono pagati come l'esercito che non ha ideali.Vinceranno loro.In questo secondo capitolo l'affresco coppoliano assume ancora di più vigore fino a connotarsi foscamente come tragedia greca.Tragedia in cui un fratello uccide l'altro.Stavolta più che un apologo sul potere il film verte sulla solitudine che il potere provoca in chi lo esercita.Quello che salta all'occhio è che Michael è un uomo solo,senza affetti.Anche se apparentemente non sembra risentire di questa solitudine.La famiglia è solo una facciata,la brutalità è la legge,il rispetto si guadagna con la paura.Non esita a far uccidere il marito di Connie perchè aveva venduto Sonny e per tradimento non esita nemmeno a far uccidere il fratello Fredo dopo una (finta)riappacificazione di fronte alla bara ancora aperta della madre.E anche la moglie lo lascia,non riesce più a vivere quell segregazione fisica e morale che è imposta alla moglie di un boss mafioso.Tutti sono tasselli importanti nella famiglia.Solo uno è fondamentale. Quella stessa America che per il Vito bambino era la terra promessa di libertà con quella strana statua ad accoglierlo ora è diventato terreno fertile per le proprie attività economiche, per tutta quella rete di connivenze con la politica,uno sfondo tetro a tutto il malaffare che qui domina la scena.Formalmente Coppola raggiunge un altra delle vette della propria filmografia,il virtuosismo assale quasi lo spettatore a ogni sequenza,la fotografia è altrettanto pregevole che nel primo capitolo e anche le scenografie sono da urlo.Ormai il romanzo di partenza di Puzo è un ricordo lontano,qui l'epica della famiglia mafiosa è sostituita da ben più bassi istinti di vendetta.Forse la miglior tragedia greca mai vista sullo schermo....
piccola parte.Nei titoli di coda è indicato come Gaston Moschin
altra prova di grande concretezza
un po'più defilata che nella prima parte ma con scene più importanti
vince il suo primo Oscar recitando in dialetto siculo,imparato in 6 mesi di apprendistato in Sicilia
dirige un altro capolavoro di virtuosismo
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