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Il padrino

Regia di Francis Ford Coppola vedi scheda film

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La recensione su Il padrino

di OGM
10 stelle

Un capolavoro in anticipo sui tempi, atipico per gli anni della contestazione, a causa di quello sguardo imparziale, sereno e limpido, che non prende posizione, e non assolve né condanna. Coppola ritrae la storia, prima che i personaggi, perché il suo scopo è analizzare e contestualizzare i fatti, e riesce nell’intento senza interferire con il racconto. La sua prospettiva precisa e distante inquadra i protagonisti in architetture ampie e profonde, in cui essi appaiono incasellati, poiché, in effetti, lo sono nelle situazioni della realtà mafiosa, come sul tabellone di un gioco di strategia e nell’organigramma di una società. Il destino di ciascuno è deciso dal ruolo e dallo schieramento, giacché la vita dell’affiliato è parte integrante di quella storia nella Storia che è la storia dei clan, delle spartizioni del potere e degli interessi, delle guerre, delle tregue, degli accordi e delle alleanze, di quel sistema di feudi sotterranei che è l’humus nascosto dell’economia e della politica. Per questo motivo il racconto ha uno sviluppo freddo e rigorosamente lineare, che segue scrupolosamente le trame di un tessuto, dalla progettazione all’esecuzione. Eppure il film non si esaurisce in un “teorema” sulle dinamiche della criminalità organizzata, in quanto non dimentica le radici culturali che affondano nella terra madre italiana, a cui risalgono il principio dell’onore, il valore della famiglia e la sanguigna passionalità. È in quest’ultima che risiede il potenziale esplosivo in grado di sconnettere l’ordine e scombinare i piani. Nella seconda parte, i fili portanti della struttura si gonfiano di lacrime e si allentano, aprendo un varco ai fuochi di una guerra sanguinosa e ai lacci di una pace umiliante. Il nuovo corso, segnato dal passaggio delle consegne dal padrino Vito al figlio Michael, richiede al capoclan non più di amministrare gli affari ed assicurarsi gli appoggi esterni, bensì di rendere inoffensivi gli avversari: ove la differenza è quella che intercorre tra un re e un dittatore. “Il padrino” è anche un capolavoro senza tempo, perché parla dell’eterno fenomeno della degenerazione del potere, che finisce inevitabilmente per essere contaminato dalle nuove frontiere del degrado morale e della corruzione; quelle che, nel dopoguerra, erano rappresentate dal traffico di stupefacenti, ed oggi passano per forme sempre più disumane di speculazione.

Sulla trama

La storia è avvincente e carica di tensione, anche se tutto, in fondo, si svolge come previsto ed annunciato.

Su Al Pacino

Grande.

Su Marlon Brando

Grandissimo.

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