Regia di Francis Ford Coppola vedi scheda film
“Il padrino” è, a ragione, uno dei più grandi film della storia del cinema. E non per convenzione, bensì per cifra stilistica. Il film di Francis Ford Coppola è curato da tutti i punti di vista. La saga della Famiglia Corleone è un esempio didatticamente valido di come si scriva e si diriga un film. La bontà del prodotto parte proprio dalla scrittura: Puzo e Coppola adattano alla perfezione il romanzo dello stesso Mario Puzo, dettando tempi cinematografici perfetti, in cui suspense e drammaticità si fondano insieme in maniera inscindibile. La scelta, inoltre, di calare lo spettatore “in media res” è un motivo ulteriore per apprezzare questo film: perché Sonny (James Caan) e Michael (Al Pacino) sono così diversi? Perché il “padrino” ha perso colpi? Interrogativi, questi che prendono corpo nello spettatore e che necessitano di flashback che chiarifichino alcuni punti oscuri. Ed ecco che la storia, ma questo lo si vedrà nei due sequel, avrà bisogno di ritorni al passato per magnificare la stirpe Corleone, così necessariamente in bilico tra Nuova York e la Sicilia.
Il film è un piacere audiovisivo, con punte di clamoroso “giubilo cinefilo” nelle scene della vendetta di Michael, dell’uccisione di Sonny, dell’attentato a Don Vito (Marlon Brando) e soprattutto del colpo di fulmine di Michael con Apollonia, dal primo all’ultimo sguardo. E l’Academy ne ha tenuto conto, traducendo in 3 Oscar (in verità un po’ pochi, vista l’assenza di premi per le musiche dell’italiano Rota) il successo del film.
Proprio con “Il Padrino”, lo starsystem hollywoodiano ha guadagnato linfa, Coppola ha assunto i galloni di grand’ufficiale del cinema mondiale, trovando soldi e incoraggiamento per realizzare altre meravigliose pellicole (“La Conversazione” e “Apocalypse Now” su tutti) e una schiera d’attori, con le proprie storie ed il proprio passato, ha fornito una prova armoniosa. Da quest’ultimo punto di vista, da ricordare l’interpretazione di Pacino, di Brando, di Caan, ma anche della Keaton, di Duvall e della Shire, e da sottolineare come dopo anni da gangster, Starling Hayden interpreti un poliziotto (anche se corrotto): una scelta di casting non da poco.
Insomma, uno di quei film che mette d’accordo tutti sulla valutazione a 5 stelle…
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