Regia di Margarethe Von Trotta vedi scheda film
"Die Bleierne Zeit-Anni di piombo"
diretto nel 1981 da Margarethe Von Trotta,
devo dire che l'ho trovato molto interessante.
La storia si svolge negli anni '70 e racconta
che Marianne e Julianne sono due sorelle
tedesche nate alla fine della
seconda guerra mondiale,sono impegnate politicamente
nella lotta di sinistra ma seguono
due strade diverse.
La prima, sposata con un bambino, abbandonati
il marito e il bambino ancora piccolo,è diventata
la compagna del leader del gruppo di
estrema sinistra tedesco Rote Armee Fraktion,
che porta avanti la lotta armata nel Paese
e conduce una vita in clandestinità.
Invece la seconda, Julianne, lavora come giornalista
per un giornale femminista,non vuole figli e
convive con un uomo che la ama molto,
ma che non sostiene la causa estrema della sorella di lei.
Però un giorno Marianne viene arrestata e
Julienne va spesso a trovarla in carcere,
subendo estremi controlli,e dove i colloqui
vengono ascoltati e trascritti da guardie carcerarie.
Durante il poco tempo che viene loro concesso,
le due donne discutono del loro pensiero politico
e ricordano la loro infanzia, difendendo le loro scelte,
in attesa del processo.
Il Film prodotto dalla Bioskop Film
e Sender Freies Berlin (SFB),è il terzo
Lungometraggio della regista Tedesca
Margarethe Von Trotta,e si ispira
alla vicenda delle sorelle Christiane e Gudrun Ensslin
dove Gudrun era un membro di spicco della
"Banda Baader-Meinhof",e poi trovata morta
assieme ai suoi compagni nella prigione di
sicurezza di Stammheim nel 1977.
Comunque la regista ci porta nell'atmosfera
che si viveva negli anni '70,e lo costruisce
sui flashback di Julienne,giornalista impegnata,
che ha un rapporto conflittuale con la sorella
Marianne,che ha scelto la via del terrorismo,
e dopo un incontro e un blitz di notte con la
sua banda l'arrestano.
Però la Von Trotta con questi vari flashback
del passato vuole oltre fare una riflessione
degli anni di piombo,anche sul Nazismo,
infatti fa vedere che da piccole al Cinema
vedevano gli orrori dell'olocausto,e quelle
immagini così crude e violente fanno sempre
impressioni a vederle e chiaramente le bolla
come uno sbaglio della Germania,quando le due
vanno in bagno a piangere.
Poi focalizza le diversità delle due sorelle,
ma anche il loro attaccamento e amore tra
le due,e poi stai sempre assistendo a
un Film politico e idealista.
Però a mio parere non è disegnato benissimo
il personaggio del compagno di Julienne,
che risulta incerto.
Quello che coinvolge sono i continui incontri
tra sorelle quando Marianne va in carcere,
e le idee diverse e dove quest'ultima
spiega come vive in carcere in silenzio,
e che si aiuta solo con il sentire il suo
respiro e vuole una mano dalla sorella,
prima del processo.
Questo la regista lo narra con un linguaggio
molto dilatato anche per farci riflettere
sul periodo e sulla situazioni che stanno
vivendo le protagoniste in maniera contrapposta,
e intanto il compagno non capisce e continua a
rimproverarla per ogni sua iniziativa,
e ti trasmette un senso di autodistruzione
individuale che si protrae anche dopo
il suicidio della sorella e la sua indagine.
Una scena che mi è rimasta impressa
oltre la già scritta al Cinema e quella
quando la sorella si presenta alle 3 di
notte con la sua banda e gli dice:
"Siamo venuti a prendere un caffè",
poi se ne vanno perché non graditi.
Da segnalare la buona direzione degli Attori
dove spiccano le immense Jutta Lampe
e Barbara Sukowa,che danno un interpretazione
"carnale" e memorabile che lascia il segno.
Invece nel reparto tecnico segnalerei
la Fotografia di Franz Rath e le
musiche di Nicolas Economou.
In conclusione un buon Film,
molto duro e potente e che
fa una riflessione sugli Anni
di piombo,ma anche sul Nazismo,
e lo realizza in un modo ben costruito
con tempi dilatati e compiaciute lentezze
per coinvolgerci,per un impianto
psicologico che alla fine è come
un pugno allo stomaco e per queste
particolarità vinse il Leone d'Oro al
miglior film alla 38ª Mostra internazionale
d'arte cinematografica di Venezia.
Il mio voto: 7.
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