Trama
In una tranquilla località turistica balneare, Tina, l'amico Steven e l'ex fidanzato Josh rimangono bloccati all'interno di un supermercato da due uomini armati che tentano una rapina quando un improvviso tsunami coglie tutti di sorpresa. Intrappolati con i pochi sopravvissuti tra le pareti della struttura, in balia del livello dell'acqua che continua a salire, dovranno guardarsi le spalle da un nuovo nemico che si concretizza sotto forma di un gigantesco e affamato squalo bianco, portato fin lì dalla marea. Nel vicino parcheggio, le cose non vanno diversamente e tre persone si ritrovano a lottare con un altrettanto famelico squalo, capace di percepire a distanza la loro paura.
Approfondimento
SHARK 3D: LO SQUALO AUSTRALIANO
Per il primo film australiano in 3D, il regista Kimble Rendall si affida a un soggetto di Russell Mulcahy e John Kim per realizzare una pellicola d'azione concentrata sul tema degli attacchi degli squali. Shark 3D nasce anche dal desiderio del produttore Gary Hamilton di rendere omaggio a Lo squalo di Steven Spielberg, caposaldo di un genere che con il passare del tempo ha fatto scuola. A differenza di diverse pellicole simili prodotte negli Stati Uniti, Rendall lavora con un budget importante e si concentra sui personaggi per costruire una storia corale di sopravvivenza che parla della natura stessa degli uomini. Affidare a Rendall un prodotto costoso non è stata ragione di preoccupazione per la produzione. Rendall, infatti, aveva già avuto modo di lavorare in produzioni ad alto budget facendo da regista alla seconda unità di film come Matrix, Segnali dal futuro e Ghost Rider.
Con pochissimi esterni, Shark 3D è girato fondamentalmente in 4 set differenti - 2 per il supermercato (bagnato e asciutto) e 2 per il parcheggio coperto (bagnato e asciutto) - realizzati dallo scenografo Nicholas McCallum, esperto di film ambientati in acqua grazie al lavoro svolto per Sanctum 3D.
SHARK 3D: LO SQUALO MECCANICO
Più che reclutare gli attori, la difficoltà maggiore è stata data dalla realizzazione dello squalo. Poiché Rendall aveva bisogno di una creatura gigantesca realistica, capace di suscitare terrore e al tempo stesso di muoversi agilmente tra i corridoi di un supermercato, Grant Lehman e Steve Boyle - già "padri" delle creature di Daybreakers. L'ultimo vampiro - hanno scelto come primo riferimento lo squalo tigre per poi optare per il più cruento squalo bianco, creando una specie di ibrido tra le due differenti specie. Sono occorsi più di sei mesi di lavoro per avere diversi modelli dello squalo, ognuno da usare per scopi specifici: nuotare con la tradizionale pinna che esce fuori dall'acqua, attaccare e mordere, caricare in acqua colpendo scaffali o automobili. Per rendere ogni movimento delle fauci, degli occhi e delle branchie realistico, Lehman e Boyle hanno fatto ricorso a dei sistemi pneumatici, trovando anche una sostanza chiamata Festo capace di rendere fluide le contrazioni muscolari dello squalo artificiale.
SHARK 3D: LO SQUALO DIGITALE
Dopo il lavoro di Lehman e Boyle, la Blackmagic Design ha provveduto a creare le versioni digitalizzate dello squalo. Così come quelli meccanici, anche gli squali digitali sono stati disegnati per compiere diversi movimenti. Per rendere credibile ogni attacco e movimento della bocca, i disegnatori hanno studiato cosa avviene nella bocca di uno squalo bianco mentre nuota a fauci aperte o a fauci chiuse e quali movimenti si innestano una volta che ha agguantato una preda.
Per Shark 3D, Kimble Rendall ha realizzato oltre 40 sequenze digitali in cui lo squalo, grazie agli effetti digitali, mostra anche il suo carattere "selettivo". Come il leone, lo squalo studia le sue prede e solo in seguito sceglie di attaccare la più debole, provvedendo in questo modo a conservare le proprie energie. La Blackmagic ha creato anche l'ambiente digitale in cui la storia si svolge: con il buio a svolgere un ruolo primario, tutte le scene in acqua sono finalizzate a rendere la potenza e il dinamismo dello squalo e a far avvertire l'impotenza dell'uomo che, fuori dal proprio habitat naturale, è costretto a muoversi nel territorio del predatore.
Gli unici effetti non legati al mondo reale sono quelli sonori, creati dagli Yellow Box Studios di Singapore. Si tratta infatti di suoni che, seppur naturali e terrificanti, lo squalo non potrebbe mai emettere perché non possiede la laringe.
Note
Il film di Rendall, che nel 2000 aveva diretto Cut. Il tagliagole con Molly Ringwald, non sa mai che strada prendere: horror, catastrofico, teen movie con siparietti da sitcom e film di rapina. Il supermercato non è mai opprimente (al contrario di The Mist di Darabont), i rumori annunciano il pericolo e poi si disperdono e, nel modo in cui è pompata, la musica sembra una parodia della colonna sonora di John Williams in Lo squalo. Citazione (in)volontaria?
Trailer
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Commenti (1) vedi tutti
Stupidaggine Voto 0
commento di Scemaran