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MIdnight FM

Regia di Sang Man Kim vedi scheda film

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La recensione su MIdnight FM

di ilcausticocinefilo
7 stelle

 

locandina

MIdnight FM (2010): locandina

 

 

Sorta di bizzarro, frenetico, a tratti originale, remake di Taxi Driver, o forse più precisamente un “rei­magining” dello stesso, come direbbero gli anglosassoni, questo misconosciuto Midnight FM dimostra una volta in più tutte le qualità del cinema di genere sudcoreano, che anche quando, come in questo caso, non possiede alcuna grandiosa ambizione, si man­tiene sempre ben al di sopra della sufficienza, costruendo un onesto prodotto d’intrattenimento che tiene letteral­mente incollati allo schermo.

 

Un reimagining, dunque, una rivisitazione, meglio ancora una reinvenzione, sulla base di temi già ampiamente toccati da diversa cinemato­grafia precedente, quindi non solo dal succitato film di Scorsese.

 

Un film naturalmente privo di particolari pro­fonde riflessioni, filosofiche considerazioni, edotte elucu­brazioni, ma in compenso avvincente da togliere il fiato, un tour de force talmente ben congegnato (anche nelle scene d’azione) che permette tranquillamente allo spetta­tore ben disposto di sorvolare su taluni buchi narrativi e su certune facilonerie (vedi il caso del “maniaco inno­cuo” [interpretato dal “massiccio” Ma, in seguito diventa­to un divo con film come Train to Busan], che interviene prontamente a salvare la situazione, anche nel contesto più improbabile: difficile trovare un esempio più da ma­nuale di deus ex machina).

 

Ma l’opera di Kim Sang-man riesce comunque a mantenersi saldamente sino alla “in­cendiaria” conclusione, anche grazie al contributo reso dalla bella fotografia notturna di Kim Tae-gyeong e alle ottime interpretazioni degli attori (Yoo [da me precedentemente visto nel a tratti avvincente a tratti melenso kdrama successivo Healer] non è De Niro ma se la cava egregiamente, Soo Ae è più che convincente, così come ad esserlo è anche la piccola Lee Joon-ha, che interpreta la figlia della protago­nista).

 

Nel complesso, per concludere, un perfetto prodotto di genere, che non apporta chissà quale no­vità, sul piano tecnico o narrativo, ma che per il tempo in cui illumina lo schermo si rivela un tremendo divertimento. E, chi può dirlo, maga­ri dopo averlo visto anche a voi verrà voglia di “spegnere quella maledetta radio” (o magari, in un ardito slancio d'indefessa de-omologazione, spegnere lo stramaledettissimo cellulare).

 

 

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