Regia di William Keighley vedi scheda film
A Center City (Philadelphia) una banda di rapinatori semina morte e paura. L'agente dell'FBI Gene Cordel (Mark Stevens) e' incaricato di infiltrarsi nella banda, cappeggiata dallo psicotico Alec Stilles (Whidmark) e consegnarla alla giustizia. E' una battuta, ma questo film sembra quasi esser stato commissionato dall'allora amministrazione Truman per propagandare l'efficacia dell'FBI, organo federale fondato e diretto dall'indiscusso e "discutibile" leader Edgar J. Hoover, che nel film viene nominato piu' volte, per proteggere tutti gli onesti cittadini americani e sconfiggere i cattivi. Superato questo limite e quello di un doppiaggio ridicolo che da' nomi italiani agli interpreti, questa pellicola diretta da Whilliam Kieghleney, e' non solo un "nero" di tutto rispetto, ma anche un'opera innovativa e all'avanguardia, specie per l'anno in cui e' stato prodotto. Ritengo che sia stato il primo film di genere che parla di un agente che lavora sotto copertura. Il protagonista "buono" si avventura nel microcosmo della malavita di periferia: la squallida stanza d'albergo, le "insicure" strade del quartiere e la palestra di proprieta' del boss , che usa per l'arruolamento di nuova manovalanza per la banda. A questo aggiungiamo lo strano rapporto che si viene a creare tra il buono e il cattivo, quasi velatamente "omosessuale" , che come giustamente fa notare nel suo commento l'utente rochi85, ricorda quello tra Keanu Reeves e Patrick Swayze nel bel POINT BREAK di Katherine Bigelow. Film assolutamente da recuperare, specie per gli appassionati del genere, con un Richard Whidmark tra i piu' memorabili cattivi della storia del cinema.
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