Regia di Marc Forster vedi scheda film
Da un romanzo di Max Brooks, arriva un action movie mainstream che sfrutta l'abusato tema zombie, aggiungendo assai meno di quello che vorrebbe suggerire. 190 milioni di dollari di budget, con buona pace per i fondi di cui disponeva George A. Romero, per un incasso complessivo prossimo a 600 milioni di dollari, un record per un film sugli zombie.
World War Z è un film altamente sopravvalutato persino dai critici che si fa forza del bombardamento di effetti speciali. Vincitore di un Saturn Award quale "migliore thriller" (il fatto che non sia stato premiato come horror la dice lunga), ha ottenuto molteplici nomination ai festival a tema, trovando però ostacoli insormontabili. Battuto da The Conjuring all'Empire Awards 2014 quale "miglior horror" e da Gravity per il titolo di miglior sci-fi/horror al Critics' Choice Awards.
Attenzioni che hanno comunque spinto Brooks a scrivere altri due sequel, peraltro aperti a soluzioni cinematografiche visto l'epilogo.
Il regista Marc Foster, giustamente, la gioca sul ritmo e sui combattimenti all'arma bianca e con i mitragliatori, ma senza splatter. La storia immagina una non chiara epidemia zombie (non si capiscono i motivi dell'infezione) e un'organizzazione mondiale tesa a muovere guerra contro gli impazziti cittadini che corrono come missili, effettuano salti volanti e sono insensibili a cadute da decine di metri di altezza. Muiono solo col consueto colpo in testa.
Il soggetto è furbescamente diluito da sequenze che non aggiungono nulla al film, se non fare minutaggio e creare azione. Dopo l'inizio trito e ritrito in cui si manifesta la piaga, vediamo Brad Pitt (anche produttore del film) mettere in sicurezza la propria famiglia per essere, in seguito, spedito in missione per conto delle Nazioni Unite. Da una portaerei viene spedito in Corea del Sud (dove si troverebbe il paziente zero), poi a Gerusalemme (dove è stato costruito un muro gigante per proteggere la città dagli zombi) e quindi a Cardiff dove vi è una sede dell'OMS. Gli spostamenti hanno la sola funzione di fare azione. Il copione non si sviluppa a dovere, finché Pitt (a trenta minuti dal termine) non comprende il modo per combattere gli zombie. I revenant non attaccano i malati terminali o chi è affetto da patologie infettive. La scoperta induce così a infettare l'intera popolazione, contando poi sulle medicine del caso. A fare da cavia è il protagonista Pitt, che può così passare da ignorato in mezzo alla selva di zombie.
Prodotto piuttosto edulcorato (c'è solo un'amputazione di un braccio) così da non prendere i divieti ai minori, infarcito di effetti speciali in computer grafica (compresa la moltiplicazione del numero delle persone con vista dalle inquadrature aeree) e non privo di boiate come quella riconducibile a un aereo che precipita al suolo senza esplodere, nonostante la detonazione di una bomba al suo interno e una caduta in un bosco, e senza provocare ferite mortali “ai nostri”. Fiacche le interpretazioni. Brad Pitt è assai spento, dimenticatevi le sue prove in Fight Club o L'Esercito delle 12 Scimmie, ma anche i suoi personaggi pomposi di Fury o Bastardi senza Gloria. Qua è un semplice padre di famiglia. Fa piacere vedere coinvolto l'altrettanto spento Pierfrancesco Favino.
Alla fine è un prodotto deludente che, tuttavia, si lascia vedere con piacere e senza battute di arresto. Niente di nuovo al fronte. Indicato per una visione in distensione.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta