Regia di Marc Forster vedi scheda film
Guerra mondiale zombie. Operazione ad alto tasso spettacolare tratta dall’omonimo romanzo di culto (per il genere) scritto nientemeno che dal figlio di Mel Brooks. Non che ci siano particolari aggiunte al solito canovaccio che prevede contagio, fuga e sopravvivenza ma nel film di Marc Forster abbiamo finalmente una visione globale del morbo. Niente resistenza nella provincia americana o assedi di condomini e supermercati, qui le cose si fanno in grande ed in rapida successione allestendo un quadro epidemico che va dagli Stati Uniti alla Corea, da Israele al Galles e così via, alla ricerca del “paziente” zero e quindi di una possibile cura. Ritmo incalzante accompagnato da una valida compagine emotiva che alterna i sempiterni valori familiari all'isterismo di massa e all'arroganza sociale dei potenti, fra sacrifici di ogni tipo ed estremi atti di coraggio. Cosmopolita, solidale, vittima e carnefice di una natura serial killer, la creatura di Forster, Brooks e Pitt (che, oltre ad interpretare, produce) si muove sicura fra inquietanti scene di massa e raggelanti assalti in spazi ristretti rivelando ottimi effetti speciali e una buona padronanza della macchina da presa. A tal proposito rimangono di grande impatto sia l'invasione di Gerusalemme che il famelico attacco in volo dei non morti in aereo. Romero con tutte le sue implicazioni morali e politiche rimane un modello inarrivabile ma questo "World War Z" si può archiviare come un buon compromesso mainstream. Intrattenimento garantito, Muse in colonna sonora con l'azzeccata (e strumentale) Isolated System e infine papà Brad che fa il suo sporco lavoro mantenendo una dose di umanità che conquista. Si è visto di peggio.
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